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Nella difficile annata del Covid, il Club ha potuto realizzare risparmi consistenti a causa della sospensione delle conviviali. Il tesoriere ha quindi predisposto un preventivo rettificato dal quale è risultata la proposta del consiglio direttivo di diminuire di Euro 150,00 la quota del IV trimestre 2020-2021 (da 300 a 150 euro).
Il presidente ha anche informato della riduzione del numero dei soci (con le dimissioni di Cheng, Kraft e Matucci) e dell’attesa per l’ammissione di due nuovi soci che tuttavia avverrà solo quando saranno di nuovo possibili riunioni in presenza. Particolare dispiacere per l’uscita della dott.ssa Kraft è stato espresso con delicatezza da diversi soci, augurandole un pronto rientro nella vita attiva ed anche nel Club.
Nel dibattito sulla quota sono intervenuti Cobisi, contrario, che ha annunciato in caso di approvazione di voler comunque versare l’importo. La sua proposta è stata ritenuta scelta individuale auspicabile (Selleri e lo stesso presidente, tra gli altri) ma la maggioranza dei soci ha votato per la riduzione che è stata quindi approvata. Oltre a Cobisi, contrari Cortigiani e Conese. Si sono astenuti Azzaroli e Berti.Nel dibattito sono intervenuti Cigliana e Bertini (sulle difficoltà dell’anno e le conseguenze sull’effettivo) Fossi (sull’effettivo) Manetti, Sistini e Rogantini (su aspetti tecnici e organizzativi). Il Presidente Martini , il tesoriere Ferraro e il segretario Enrico Fantini hanno presentato la proposta, il bilancio e regolato l’assemblea, durata circa un’ora.
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Non c'è una fuga di cervelli dall'Italia bensì una invasione degli italiani nel mondo perché ciascuno porta l'Italia nel cuore ovunque vada. E’ questa la sintesi dell’opinione di Paolo Fresco sulla presenza italiana nel mondo. E a 88 anni l’avv. Fresco ha la passione e il cuore che ha dimostrato sempre nel corso della vita e della sua carriera, tra le più prestigiose nell’Italia moderna, rimanendo al centro dell’attenzione per un'ora e mezzo, parlando del suo libro, dell'esperienza che ha avuto come dirigente della General Electric e poi della Fiat.Non c'è una fuga di cervelli dall'Italia bensì una invasione degli italiani nel mondo perché ciascuno porta l'Italia nel cuore ovunque vada.
E’ questa la sintesi dell’opinione di Paolo Fresco sulla presenza italiana nel mondo. E a 88 anni l’avv. Fresco ha la passione e il cuore che ha dimostrato sempre nel corso della vita e della sua carriera, tra le più prestigiose nell’Italia moderna, rimanendo al centro dell’attenzione per un'ora e mezzo, parlando del suo libro, dell'esperienza che ha avuto come dirigente della General Electric e poi della Fiat.Il libro “Mr Globalization” , autobiografia cui ha fatto spesso riferimento nella sua conversazione, ha permesso a Fresco di ricordare la sua origine milanese, la gioventù tarscorsa a gioventù a Genova dove era in classe con Paolo Villaggio con il quale rimase per sempre amico e che pare essersi ispirato a lui per il “megapresidente galattico” di fantozziana memoria.
E tra gli incontri della sua vita anche le vacanze in montagna in compagnia di Mario Draghi che sarebbe – nel ricordo di Fresco – un ottimo scalatore.Fresco è stato protagonista di feroci contrattazioni per il petrolio in Arabia Saudita, dell’acquisizione della Olivetti, delle trattative al Danieli con i Lloyd’s di Londra, di licenziamenti dolorosi e grandi rivoluzioni. Tutte vittorie che lo portano ai vertici mondiali e gli fanno guadagnare il soprannome di Mr Globalization, capace di intuire tra i primi le nuove dinamiche dell’economia internazionale. Nel 1998 Gianni Agnelli gli offrì la presidenza della Fiat durante la quale sviluppò la Maserati e la New Holland mentre conduceva aspre trattative con le banche per la ristrutturazione del gruppo. Di quel periodo, ha detto ai rotariani che lo hanno sottoposto a numerose domande, ha tratto la convinzione che “la globalizzazione non sia la panacea, che risolva tutti i problemi. E che non ne crei alcuno. Come tutti gli stravolgimenti sociali ed economici del mondo ha portato cambiamenti. Non si può però dire: non voglio il progresso perché ci sono effetti negativi. Quello che bisogna fare è introdurre misure di controllo efficaci verso gli eventuali abusi di questo progresso”.
Ma è la morte della sua amata moglie Marlene, di origini mauriziane, che gli ha fatto rafforzare l’impegno per aiutare chi soffre di Parkinson e la passione per l’arte e – non da ultimo – per Firenze. Da qui l’uomo di oggi, che scommette sulla bontà umana. Una iniezione di ottimismo.
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C’è un corso specifico per diffondere la conoscenza dei principali sistemi satellitari per l'osservazione della terra e il prof. Garzelli, all’Università di Siena, ne sviluppa un programma che, al di là degli argomenti più strettamente matematici (si parla anche qui di algoritmi) ha illustrato questa sera con tutto il fascino che la materia, per la sua vastità di applicazioni, può proporre anche al profano.
Guglielmo Marconi si pose per primo il problema di tenere i contatti con le navi in navigazione. Oggi è normale seguirle a distanza, come i treni e perfino ognuno di noi tramite il cellulare ma soprattutto è possibile vedere e svolgere valutazioni scientifiche un tempo affidate a ricerche sul campo, talvolta pericolose.
Dal lontano 1972, quando il primo satellite per telerilevamento (Landsat) fece la sua comparsa intorno alla terra, l'osservazione sistematica della superficie terrestre si è estesa allo studio di informazioni sulle caratteristiche dei terreni, sulla vegetazione, le coltivazioni e l'inquinamento.
I dati raccolti vengono utilizzati per vari scopi, tra cui l'individuazione delle risorse naturali e l'esecuzione della cartografia di precisione. Le osservazioni satellitari possono riguardare le terre emerse, l'atmosfera e gli oceani. Garzelli non ha mancato di guidarci anche tra i misteri della materia subito preso in parola dal nostro Stefano Selleri che ci ha inviato una foto della sua partecipazione alla serata con la classica domanda: dove sono? Per chi indovina premio a sorpresa
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C’è un legame strettissimo tra la Costituzione della Repubblica Romana (1849) e l’attuale Costituzione della Repubblica Italiana (1947) come se quasi un secolo, tra i due documenti, non fosse trascorso altro che per il calendario. Il prof. Ceccuti ha ricordato come i principi, in particolare contenuti nei primi 8 articoli della Costituzione della R.R. anticipino, anche nelle parole, i 13 articoli iniziali della Costituzione di oggi.
Si tratta dunque di un documento e di una storia, quella della rivoluzione romana del 1848-49, profondamente radicata nella nostra vita e non solo per i nomi delle strade delle nostre città o per le statue degli eroi. A Roma fu tentata una via democratica che – lasciando alla Chiesa la sua libertà spirituale – dava vita a uno Stato in cui ognuno si sentisse libero di esprimere le proprie potenzialità. Forse per questo si ritrovano a Roma i campioni del Risorgimento, Mazzini, Garibaldi, Mameli, che vi perderà la vita.
Il Prof. Ceccuti si è intrattenuto con i nostri soci in una cordiale conversazione in cui non ha mancato di sottolineare come la storia attuale d’Italia sia figlia anche di quell’epoca in cui maturò, seguendo Mazzini, non solo l’ideale nazionale ma quello europeo, oggi così diffuso a tutti i livelli sociali ma allora assolutamente visionario tanto che nella Giovine Europa parteciparono con Mazzini, delegati tedeschi e polacchi, tutti e tre, all’epoca, Stati non unitari e la Polonia addirittura spartita tra gli imperi.
Riportiamo di seguito i principi della COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ROMANA
I – La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo dello Stato Romano è costituito in repubblica democratica.
II – Il regime democratico ha per regola l’eguaglianza, la libertà, la fraternità. non riconosce titoli di nobiltà, né privilegi di nascita o casta.
III – La repubblica colle leggi e colle istituzioni promuove il miglioramento delle condizioni morali e materiali di tutti i cittadini.
IV – La repubblica riguarda tutti i popoli come fratelli: rispetta ogni nazionalità: propugna l’italiana.
V – I Municipii hanno tutti eguali diritti: la loro indipendenza non è limitata che dalle leggi di utilità generale dello Stato.
VI – La più equa distribuzione possibile degli interessi locali, in armonia coll’interesse politico dello stato è la norma del riparto territoriale della repubblica.
VII – Dalla credenza religiosa non dipende l’esercizio dei diritti civili e politici.
VIII – Il Capo della Chiesa Cattolica avrà dalla Repubblica tutte le guarentigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale.
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Le guide turistiche sono una delle categorie più colpite dalla pandemia, bloccate dall’assenza di turisti e dalle chiusure dei musei. Eppure, con fantasia e creatività, molte di loro si sono inventate possibilità alternative di esercizio del proprio lavoro. Nasce così anche la passeggiata virtuale alla scoperta di Firenze e la sua storia attraverso le sue leggende e i suoi misteri, ideata da Elisa Pasqualetti, la nostra guida di stasera.
Con Ely, come si fa chiamare con familiarità, abbiamo percorso strade meno conosciute per scoprire insieme un volto diverso, curioso e insolito della nostra città. Michelangelo, guelfi e ghibellini, famiglie che si ribellano al potere e potenti che esercitano il loro potere in modi a dir poco curiosi. Piccolo il gruppo di nostri ma attivissimo come leggerete anche dalle reazioni sulle reti sociali
Con tantissime immagini e dai bellissimi filmati che Elisa aveva realizzato appositamente per noi in questi giorni, un’ora e mezza di passeggiata (senza fare un passo) partendo da Piazza della Signoria, con il mistero dell’Importuno e le leggende legate alla incisione da parte di Michelangelo, per proseguire verso gli Uffizi e la sua porta laterale, dove si trova la cosiddetta Buca delle Suppliche.Con tantissime immagini e dai bellissimi filmati che Elisa aveva realizzato appositamente per noi in questi giorni, un’ora e mezza di passeggiata (senza fare un passo) partendo da Piazza della Signoria, con il mistero dell’Importuno e le leggende legate alla incisione da parte di Michelangelo, per proseguire verso gli Uffizi e la sua porta laterale, dove si trova la cosiddetta Buca delle Suppliche.
Dopo la storia di Francesco I dei Medici, Granduca di Toscana, e della sua misteriosa morte, abbiamo fatto una doverosa sosta in via dei Georgofili, per ricordare l'attentato del 1993 e vedere l'Olivo della pace e le opere poste a ricordo, tra cui l'opera di Roberto Barni, Passi d'oro, per proseguire poi verso la Chiesa di Santo Stefano al Ponte e via Por Santa Maria. Siamo così stati catapultati nella storia di Buondelmonte, ucciso per aver rifiutato la donna a lui promessa in sposa in un matrimonio "politico", assassinio considerato molto importante nella storia medioevale di Firenze e che avrebbe rappresentato il pretesto iniziale delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Passando per il Ponte Vecchio e sotto la sua meridiana, la più antica di Firenze, dopo aver ricordato con molte immagini la distruzione dei ponti avvenuta alla fine della seconda guerra mondiale e del perchè il Ponte Vecchio sia stato risparmiato, arriviamo in Piazza Pitti e alla storia di Luca Pitti e del suo Palazzo, che, nonostante i secoli trascorsi e il succedersi di proprietari, porta ancora il suo nome, così come lo Sdrucciolo dei Pitti, vicolo che percorriamo per tornare sui nostri passi e attraversare nuovamente l'Arno. Tramite il Ponte Santa Trinita giungiamo a Piazza Santa Trinita e ai suoi bei Palazzi risalenti ad epoche diverse, tra i quali il Palazzo Bartolini Salimbeni. Con l'aiuto del nostro Alberto, erede della antica casata, Elisa ha raccontato la storia della famiglia Bartolini Salimbeni. Narra la leggenda che per mezzo di vino miscelato a oppio, la nobile famiglia toscana riuscì a costruire la propria fortuna, facendo assopire in un banchetto tutti i rivali in affari. Da qui lo stemma con tre papaveri che riporta la frase "per non dormire". Altra piazza, altra storia: passiamo alla Loggia del Mercato Nuovo e alla fiaba del "Porcellino di Bronzo" di Hans Christian Andersen, ispirata proprio al nostro famoso Porcellino. Giungiamo quindi quasi alla fine del nostro cammino in piazza della Repubblica, con un breve accenno alla storia di questa zona che ospitava il Ghetto e il Mercato Vecchio, distrutti nella riqualificazione successiva a Firenze Capitale, e alla Colonna dell'Abbondanza, felicemente recuperata dopo anni e ricollocata nella sua sede originaria. Ultima tappa: non poteva mancare Piazza del Duomo, con la commovente storia di Ginevra degli Almieri, da riscoprire.
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Letto così sembra che nel mondo ci sia una grande abbondanza di vaccini ma basta guardare alla nostra regione, dove ieri sono iniziate le vaccinazioni degli ultraottantenni con solo 10 medici impegnati, uno per provincia oppure alla esclusione di migliaia di insegnanti e membri delle forze dell’ordine per aver superato l’età limite di 55 anni prevista per uno dei vaccini, per capire che prima della scelta se vaccinarsi o meno, c’è la necessità di disporre di vaccini in abbondanza.
Fino a quel punto anche l’informazione non sarà facile. E l’Italia, con oltre tre milioni di dosi già iniettate, è uno dei paesi più avanti avendo raggiunto con la prima iniezione il 5% della popolazione e immunizzato con la seconda un buon 3%. I ritardi sui vaccini, lamentati nel nostro Paese, affliggono anche gli altri Stati, vicini e lontani con polemiche in tutto simili e una crescente insofferenza delle popolazioni. La realtà è che la produzione e distribuzione di vaccini di nuovissima concezione non può avvenire istantaneamente.
In tutto questo le inefficienze dei governi e le penose liti tra i cosiddetti esperti non aiutano. Viviamo allora di speranza e questa sera ne è stata distribuita a piene mani per guardare avanti e porci tutti al momento in cui ci chiameranno e dovremo decidere se vaccinarsi o meno. Da qui il dibattito sul dove, quando, come.
La assessore del Comune di Firenze Sara Funaro ha ricordato la “risposta immediata di organizzazione, informazione e sensibilizzazione” in attesa di maggiori dosi di vaccino che – come ha detto il dott. Renzo Berti della ASL Toscana Centro – per ora è andato ai sanitari e ospiti e operatori delle RSA che conluderanno la campagna verso metà marzo. Gli altri gruppi obiettivo, persone di età inferiore a 55 (ma non è da escludere che seguendo la OMS siano innalzati a 65) sono il personale delle scuole e delle forze dell’ordine che potranno nei prossimi giorni registrarsi. Infine gli anziani oltre 80 anni di età saranno raggiunti dai medici di famiglia.
Il dott. Berti ha ricordato che la seconda dose Astra Zeneca deve arrivare a dodici settimane dalla prima mentre gli altri due la richiedono a 3-4 settimane. La sfida quindi è logistica prima ancora che medica, in questo momento. Sono stati forniti alcuni dati: 178 milioni di dosi nel mondo iniettate hanno raggiunto l’1.17% della popolazione con vaccini sviluppati in sei-sette mesi – mai accaduto prima – con una produzione industriale non facile.
In Toscana siamo al 5% di popolazione raggiunta tra gli oltre tre milioni di italiani raggiunti. La domanda di Gabriele Cané sul futuro vaccino per la fascia di età di 55-80 anni è rimasta purtroppo inevasa.Più ampia l’attenzione (dott. Macchia) su dubbi, allergie, varianti e (dott. Trotta) sui farmaci, in particolare gli anticorpi monoclonali, cura molto efficace se molto precoce.
Sulle cure a casa il dott. Cricellli ha esposto il protocollo in fase di definizione. Il dott. Landini ha ripreso il tema dell’organizzazione ospedaliere che oggi consente al sistema di reggere.
Verso le 23 è intervenuto il presidente della Giunta regionale E. Giani. Ringraziati i medici di base che da lunedì promette si muoveranno per vaccinare gli ultraottantenni, ha segnalato gli 8300 vaccini fatti lunedì e l’indicazione di farli tutti, tutti quelli disponibili anche senza riserve per le seconde iniezioni. Volontarista come sempre Giani conta in consegne nuove e punta all’immunità di gregge dei 3729000 toscani a settembre con almeno 2400000 abitanti vaccinati.
Per ora, però, sono solo 200.000 i toscani che hanno ricevuto la prima dose e di questi 72.000 anche la seconda. Nel pomeriggio Giani aveva accennato ai media di non scartare l’ipotesi di un acquisto diretto di vaccini da parte della Regione ma è pessimista sull’effettiva possibilità nella fase attuale: “quando avremo più case produttrici potremo profittare della concorrenza e essere autorizzati dal governo ad acquistare”.
Giani ha concluso che “fra due mesi e mezzo, con la bella stagione, il Covid sarà indebolito come lo scorso anno ma a differenza del 2020 dovremo usare i mesi caldi per fare più vaccini” ma nulla è certo: “giorno giorno lavoriamo”.
All’incontro hanno partecipato oltre 200 rotariani ed ospiti. Hanno guidato il dibattito facendosi latori delle domande dei presenti il presidente del RC Firenze Sud Del Prete, Sandro Addario (RC Firenze Nord) e Gabriele Cané (RC Firenze).
Non solo l’argomento e i relatori hanno determinato il successo della serata ma soprattutto la voglia dei rotariani di capire che davvero è tanta.