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Lo scorso Natale il razzo Ariane 5 ha portato nello spazio un nuovo telescopio a infrarossi. E’ intitolato a James Webb (1906-1992) primo direttore della NASA. Già pochi mesi dopo, questa estate, sono state diffuse immagini eccezionali che gli astronomi di tutto il mondo cercano ora di interpretare. Il prof. Mazzoni, con il suo entusiasmo e la chiarezza di un linguaggio scientifico ma non astruso, ne ha spiegato l’importanza e il ruolo. Vedere lo spazio da fuori del nostro pianeta – come già fatto negli ultimi decenni dal telescopio Hubble – è importantissimo per avvicinarsi alle meraviglie dell’universo nonostante le distanze immense. Le immagini ci hanno restituito subito la bellezza della ricerca astronomica e il ruolo fondamentale per future esplorazioni ma anche per la vita sulla terra. Le stelle, che vediamo a distanza di anni luce, ci dicono infatti com’era o come sarà l’universo, negli stadi della sua storia e in una certa misura ci restituiscono la nostra posizione, piccolissima e nello stesso tempo grandiosa.
.Numerose le domande e le riflessioni condivise col prof. Mazzoni sottopostosi volentieri alle curiosità e ai dubbi dei presenti.
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Il PDG Italo Giorgio Minguzzi, avvocato e rotariano di lunga esperienza, sa come mantenere viva l’attenzione dei presenti anche grazie alla conoscenza dei club che, come il nostro, hanno fatto la storia del Rotary potendo contare su personalità, a partire dai compianti Ferroni, ricostruttore del Premio Columbus e Failla, che anche ai “tempi supplementari” – diceva così – della sua vita non mancò mai di guardare avanti. E la questione è tutta lì: non aver paura di affidare ai “nuovi” il presente e il futuro del Rotary.
Nel dibattito gli interventi di Taddei Elmi, Fossi e della signora Ferraro hanno permesso di approfondire quanto espresso da Minguzzi in numerose conferenze in giro per l’Italia, come all’inizio della pandemia ebbe a suggerire a Rimini, in una delle prime riunioni in rete durante il periodo più duro delle chiusure.
Ascoltate le sue parole questa sera, val la pena di rileggere un passo di quell’intervento: "C’è una tendenza molto diffusa a contrapporre l’”io” al “noi” come fattore di dimensione dualistica. Non condivido il principio. Il “noi” è solo un’estensione dell’”io”. Facciamo un giochetto molto semplice ribaltando il noi. Da una parte, dunque, c’è l’”io” e dall’altra c’è il “noi”. Ribaltiamo il “noi” ed avremo; IO (N), cioè il “noi”. Voglio dire che il NOI non può prescindere dall’IO. Perché è solo un IO moltiplicato N volte e senza l’IO non potrebbe esistere. Ma l’IO che si trasforma in NOI diventa un IO che accumula molte più responsabilità perché col proprio comportamento incide sui comportamenti degli altri; perché un suo errore, per esempio, diventa errore di tutti o che, comunque, danneggia l’opera degli altri"
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L’esperto ing. Elia terminata la sua lunga attività in ferrovia passò alcuni anni fa al TAP (gasdotto transadriatico) con l’impegno di terminare i lavori in tempo. Per lui, pugliese, il ritorno a casa durante la battaglia di politici, comitati e stampa a favore o contro il gasdotto, non è stato facile ma con intelligenza e disponibilità gli ostacoli (ricorderete la vicenda di 230 ulivi da spostare) e gli imprevisti furono superati e, proprio all’avvio della crisi dei prezzi del gas, a fine 2020, l’opera ha cominciato a far passare in Italia miliardi di metri cubi di gas, fino a 7 miliardi l’anno, oggi più preziosi che mai.
Più che il lato tecnico di un’opera che dall’Azerbagian traversa l’Anatolia, la Grecia e l’Albania prima di raggiungere l’Italia attraversando sottoacqua 105 chilometri di Mare Adriatico, è la questione giuridico amministrativa ad aver fatto rischiare che non fosse pronta per tempo. Invece tutto è riuscito bene. Numerosi interventi di nostri soci (Taddei, Spagli, Cobisi, Reali, Minucci tra gli altri) hanno sollevato alcune questioni di attualità che l’ing. Elia ha affrontato spiegando i lati tecnici e confermando l’eccezionale abilità italiana nelle grandi opere, quando ci viene permesso di farle…
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I coraggiosi che si sono uniti al presidente Fantini per la visita al Museo dell’Ospedale degli Innocenti, sfidando la prima giornata autunnale si sono immersi nella più antica istituzione di accoglienza dell’infanzia abbandonata. Sotto il portico dell’Ospedale, a sinistra, verso l’arco di via della Colonna, si trova ancora la ruota in cui venivano lasciati gli orfani. A
lla prima di loro, abbandonata nella pila dell’acqua benedetta dell’Ospedale il 5 febbraio 1445, giorno di Sant’Agata, è dedicata tuttora un’opera benefica cui il nostro Club ha attribuito anni fa il Premio Testimonianza. E’ la Firenze della solidarietà cristiana, qualcosa che è opportuno ricordare quando si parla di radici della città e che il Museo aggiunge all’arte, dalla più evidente architettura del meraviglioso portico alle opere che dal 1890 costituiscono una collezione pubblica di grande pregio nata da donazioni o in seguito all’accorpamento di altre istituzioni assistenziali.
Edificata tra il 1436 e il 1438 da Francesco Della Luna, la galleria al di sopra del porticato di ingresso è costituita da un grande ambiente con copertura a capriate, da una sala dedicata all’esposizione delle pale d’Altare provenienti dalla chiesa di Santa Maria degli Innocenti e dagli spazi del Coretto.
La collezione contiene alcuni capolavori di artisti di grande rilievo, tra i quali Domenico Ghirlandaio, Luca e Andrea della Robbia, Sandro Botticelli, Piero di Cosimo e, fatto di grande significato, di artisti cresciuti agli Innocenti e avviati alla pittura dal priore Vincenzo Borghini, come Vincenzo Ulivieri, Giovan Battista Naldini e Francesco Morandini detto il Poppi.
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Il tesoriere dell’a.r. 2021-2022 Marco Minucci ha presentato il bilancio consuntivo che è stato approvato all’unanimità. Il Club, ha sottolineato Marco, non si è limitato alle iniziative dell’annata ma ha continuato nel consolidamento di attività pluriennali, come quelle condotte a termine con i Club gemelli, i Premi Testimonianza e l’iniziativa Cento Artigiani.
Il revisore Giuliano Sistini ha dato lettura della propria relazione e il presidente 2021-2022 Gianluigi Giuliattini Burbui ha ringraziato i soci per la riuscita dell’annata.L’assemblea ha quindi nominato Simone Martini revisore per l’anno 2022-2023.
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L’ing. Pietro Azzara, palermitano, compagno di liceo del nostro Giuseppe Ferraro ha spiegato il significato di blockchain quale insieme di tecnologie il cui registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e il consenso è distribuito su tutti i nodi della rete. Tutti i nodi possono partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro. La rivoluzione digitale della Blockchain, nata con l’affermarsi delle criptovalute, è ancora agli inizi. Le applicazioni sono tante, le potenzialità sono enormi, in gran parte ancora da esplorare e non solo in ambito finanziario.
La relazione fra Blockchain e la più famosa cripto valuta, Bitcoin, si è rivelata cruciale per il suo sviluppo, in quanto la prima ad utilizzarla, affinché ogni transazione fosse legittimata da una rete decentralizzata e non dalle autorità centrali. Una blockchain è infatti un database distribuito peer-to-peer che ha regole fissate per aggiungere dati, che vengono di conseguenza certificati e, appunto, bloccati nel momento della loro creazione, assicurando una precedenza simile al protocollo e alla firma di un notaio. Oggi aziende di tutto il mondo hanno iniziato a sperimentare soluzioni Blockchain e Distributed Ledger ampliandone gli ambiti di applicazione e le piattaforme di soluzioni e sviluppo.
A fianco della tecnica Blockchain si va anche affermando il processo di tokenizzazione, inteso come conversione dei diritti su una risorsa in un gettone, un token digitale. Depositato il gettone all’interno di una blockchain, che ne protegge e garantisce i diritti in maniera inattaccabile, la transazione finanziaria o qualunque contratto vedono garantiti i diritti di chi ne possiede legittimamente la proprietà o ne ha conseguito l’utilizzo. Per Azzara questo approccio è applicabile a qualunque investimento, da quello immobiliare a opere d’arte, auto d’epoca e naturalmente titoli obbligazionari, quote di fondi o società.