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Aperta fino al 31 luglio, la mostra di Palazzo Strozzi, ricostruisce l’itinerario artistico di Donatello attraverso opere quali il David in marmo e l’Amore-Attis del Bargello, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato, i bronzi dell’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova oltre a numerose opere ricevute in prestito dai più importanti musei del mondo come il Louvre di Parigi o il Metropolitan Museum di New York.
Per la prima volta nella storia, escono dal loro contesto originario opere quali il celebre Convito di Erode del Fonte battesimale di Siena e le straordinarie porte della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze, che rappresentano alcuni dei quattordici restauri realizzati in connessione con la mostra. Ricordiamo che l’esposizione continua al Museo Nazionale del Bargello nel Salone di Donatello, che ospita tra gli altri il San Giorgio e il David di bronzo in dialogo con altre celebri opere.
Le ultime sezioni della mostra illustrano l’influenza fondamentale che Donatello ebbe sull’opera degli artisti della Maniera Moderna e oltre, attraverso una serie di confronti inediti.
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Da quando il nostro primo borsista della pace, Giuseppe Maglione (oggi professore a Oslo) incontrò il Firenze Est nel 2011 e decidemmo di seguire l’invito del presidente del R.I. Tanaka (2012-2013) per una maggiore attività nella prevenzione e soluzione dei conflitti, il Rotary ha compiuto importanti passi per portare un metodo di costruzione della pace positiva nel mondo.
Come la cronaca ci insegna, non è facile e soprattutto richiede enorme attenzione per la delicatezza di un tema, come ha ricordato il nostro relatore Federico Antich che trattato con superficialità rischia di creare enormi danni.
Così sono nati i Rotary positive peace activators, in Europa già 180 che, seguendo lo spirito di Paul Harris (“proviamo a capire l'altro”) stanno perfezionandosi in vari campi tra cui la mediazione, un metodo che, tratto dall’esperienza del diritto commerciale e civile, può essere utile per realizzare la pace positiva.
Un punto di partenza per un lavoro che parte dal singolo per giungere lontano con tanta speranza ma anche competenza giacché la pace, per la sua fragilità, va curata ogni giorno.
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Piero Germani è diventato quest’anno un ospite assiduo del Firenze Est, accompagnandoci in numerose riunioni con simpatia e al di là dell’incarico attribuitogli dal Governatore, confermato anche per il prossimo anno.
In questo quadro la sua esperienza rotariana, oggetto della conversazione di stasera ha permesso di approfondire sentimenti condivisi cui aggiungere anche una conoscenza professionale del relatore, architetto con una speciale attenzione alla prevenzione incendi. Con passione ha illustrato anche il recupero di alcuni storici cinema fiorentini cui è particolarmente legato, quale il Supercinema.
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E’ ormai un’amica speciale del nostro Club, la guida Elisa Pasqualetti attiva promotrice delle bellezze di Firenze, anche delle meno conosciute come i cenacoli, luoghi privilegiati di antica convivialità e dunque congeniali all’animo rotariano.
E non a caso uno spazio l’ha avuto il cenacolo del Franciabigio che ha ospitato per i primi anni del secolo presente le riunioni del nostro Club al complesso della Calza.
Tutti i cenacoli sono caratterizzati, tra il XV e il XVII secolo, dalla rappresentazione dell’Ultima Cena, uno dei temi più belli della storia della nostra pittura e il segno che chi vi si riuniva cercava di ispirarsi a quel supremo momento della vita comune tra Gesù e gli Apostoli in cui viene per la prima volta celebrata l’Eucaristia: dopo la cena prese il pane, lo spezzò, lo diede loro…
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Col Ponte Vecchio che sembra quasi entrare dalle vetrate, c’è una Firenze davvero straordinaria nel ristorante che Tommaso Grasso e la sua équipe gestiscono con passione. Nel suo breve intervento Grasso ha espresso i suoi timori per la situazione attuale e per quello che ha provocato la pandemia ma anche sottolineato come - con molta umiltà e coraggio - è sempre andato avanti affrontando i problemi con fermezza.
La sua è un'azienda che in periodi normali dava lavoro a 45 persone. Oggi purtroppo questo numero si è ridotto a 25. Tommaso, che durante il periodo più duro del Covid è stato costretto a ridurre la sua attività ai soli spazi adibiti a ristorazione, lasciando chiuso il fondo adiacente dove invece svolgeva il servizio di cocktail bar, sta ora riconvertendo l'esercizio precedente in un forno d'eccellenza, dove uno staff specializzato produrrà pane, pasticceria e affini nella tradizione abruzzese.
In bocca al lupo!Intervenuto anche Sebastiano Capponi, già nostro relatore in una riunione a distanza, con una scelta dei suoi vini affiancati alla lista del Golden View già di per se è ricca di prestigiose etichette.
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Sono tante le leggende che circondano il successo mondiale del vino Chianti e tra queste la famiglia Capponi ne custodisce alcune insieme con la concreta consapevolezza di far parte della storia di un vino e di un territorio che dai tempi di Niccola Capponi (XVII secolo) furono oggetto di studio meticoloso e, diremmo con una parola d’oggi, innovazione.
Ecco il punto: ieri come oggi le crisi si superano con la volontà di innovare, non arrendendosi alle difficoltà approfondendo i legami col territorio e la qualità dei suoi prodotti. Sullo sviluppo dell’agricoltura nel dopo-pandemia e nel quadro dei prospettati cambiamenti climatici i presenti hanno ricevuto risposta a numerose domande. Purtroppo il brindisi è stato solo virtuale