anno 2023 2024      

 

In un momento cruciale della guerra in Ucraina, il gen. Bertolini ha svolto una analisi del teatro di operazioni e delle forze in campo valutando le diverse posizioni della Russia e del mondo occidentale, che si ritrovano nuovamente su sponde opposte, a oltre trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, quando parve che la storia fosse finita.

Il progressivo allargamento ad est della NATO, voluto da Paesi lungamente sofferenti sotto l’impero sovietico ed accettato dall’Occidente come naturale conseguenza degli eventi storici, ha determinato nella Russia un riacutizzarsi di una antica teoria di accerchiamento che ha riportato il grande Paese euroasiatico ad affacciarsi sui mari caldi con le medesime linee di espansione dell’antico Impero, anche verso il Mediterraneo, con le operazioni in Siria e una forte presenza verso il Nord Africa.

E’ in questo quadro che il possesso del Mar Nero diventa di nuovo fondamentale per la Russia che da dieci anni ha avviato, dapprima nel Donbass e in Georgia poi in Crimea, una politica militare di espansione ai danni dei Paesi nati dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Lo scorso febbraio – su ordine del Presidente Putin – l’esercito russo ha attaccato l’Ucraina, la cui posizione filo-occidentale era vista come un pericolo costante.

La solidarietà internazionale ha però bloccato i piani russi, sia in politica, col fallimento dell’entrata in una Kiev che doveva essere teatro di un golpe filorusso poi con un’invasione al sud-est rivelatasi terribilmente complicata per Mosca. Cosa accadrà il gen. Bertolini, che nelle sue analisi ha rappresentato la pericolosità della situazione in una “guerra che non è nostra” e che – senza un rapido negoziato – può risultare “una destabilizzazione totale impedendo lo sviluppo dell’Europa” che non avrà il “gas e la sicurezza” di prima.

Nel dibattito (interventi di Addario, Cobisi, Taddei, Diana, Spagli e altri) confronto tra punti di vista diversi, in un franco colloquio con il gen. Bertolini tra attualità e storia.

L’esperto ing. Elia terminata la sua lunga attività in ferrovia passò alcuni anni fa al TAP (gasdotto transadriatico) con l’impegno di terminare i lavori in tempo. Per lui, pugliese, il ritorno a casa durante la battaglia di politici, comitati e stampa a favore o contro il gasdotto, non è stato facile ma con intelligenza e disponibilità gli ostacoli (ricorderete la vicenda di 230 ulivi da spostare) e gli imprevisti furono superati e, proprio all’avvio della crisi dei prezzi del gas, a fine 2020, l’opera ha cominciato a far passare in Italia miliardi di metri cubi di gas, fino a 7 miliardi l’anno, oggi più preziosi che mai.

Più che il lato tecnico di un’opera che dall’Azerbagian traversa l’Anatolia, la Grecia e l’Albania prima di raggiungere l’Italia attraversando sottoacqua 105 chilometri di Mare Adriatico, è la questione giuridico amministrativa ad aver fatto rischiare che non fosse pronta per tempo. Invece tutto è riuscito bene. Numerosi interventi di nostri soci (Taddei, Spagli, Cobisi, Reali, Minucci tra gli altri) hanno sollevato alcune questioni di attualità che l’ing. Elia ha affrontato spiegando i lati tecnici e confermando l’eccezionale abilità italiana nelle grandi opere, quando ci viene permesso di farle…

Nel corso dell’anno il bollettino ha riportato i lutti che hanno colpito le famiglie dei nostri soci. Unendosi nella preghiera e nel ricordo, desideriamo in particolare citare i nostri vecchi amici Mario Zerauschek scomparso insieme con la moglie, Pier Cesare Bozzalla Canaletto, Shamsher Singh, past-president del RC Manali (India) generoso e attivo rotariano col quale abbiamo collaborato per l’impostazione di un progetto ancora in corso e tutti gli altri che ci hanno preceduto nell’attività rotariana, il presidente del R.I. 2002-2003, Bhichai Rattakul e le mamme e i papà di alcuni di noi. A tutti rinnoviamo la più sentita vicinanza

Il tesoriere dell’a.r. 2021-2022 Marco Minucci ha presentato il bilancio consuntivo che è stato approvato all’unanimità. Il Club, ha sottolineato Marco, non si è limitato alle iniziative dell’annata ma ha continuato nel consolidamento di attività pluriennali, come quelle condotte a termine con i Club gemelli, i Premi Testimonianza e l’iniziativa Cento Artigiani.

Il revisore Giuliano Sistini ha dato lettura della propria relazione e il presidente 2021-2022 Gianluigi Giuliattini Burbui ha ringraziato i soci per la riuscita dell’annata.L’assemblea ha quindi nominato Simone Martini revisore per l’anno 2022-2023.

Lo scorso Natale il razzo Ariane 5 ha portato nello spazio un nuovo telescopio a infrarossi. E’ intitolato a James Webb (1906-1992) primo direttore della NASA. Già pochi mesi dopo, questa estate, sono state diffuse immagini eccezionali che gli astronomi di tutto il mondo cercano ora di interpretare. Il prof. Mazzoni, con il suo entusiasmo e la chiarezza di un linguaggio scientifico ma non astruso, ne ha spiegato l’importanza e il ruolo. Vedere lo spazio da fuori del nostro pianeta – come già fatto negli ultimi decenni dal telescopio Hubble – è importantissimo per avvicinarsi alle meraviglie dell’universo nonostante le distanze immense. Le immagini ci hanno restituito subito la bellezza della ricerca astronomica e il ruolo fondamentale per future esplorazioni ma anche per la vita sulla terra. Le stelle, che vediamo a distanza di anni luce, ci dicono infatti com’era o come sarà l’universo, negli stadi della sua storia e in una certa misura ci restituiscono la nostra posizione, piccolissima e nello stesso tempo grandiosa.

.Numerose le domande e le riflessioni condivise col prof. Mazzoni sottopostosi volentieri alle curiosità e ai dubbi dei presenti.

Il PDG Italo Giorgio Minguzzi, avvocato e rotariano di lunga esperienza, sa come mantenere viva l’attenzione dei presenti anche grazie alla conoscenza dei club che, come il nostro, hanno fatto la storia del Rotary potendo contare su personalità, a partire dai compianti Ferroni, ricostruttore del Premio Columbus e Failla, che anche ai “tempi supplementari” – diceva così – della sua vita non mancò mai di guardare avanti. E la questione è tutta lì: non aver paura di affidare ai “nuovi” il presente e il futuro del Rotary.

Nel dibattito gli interventi di Taddei Elmi, Fossi e della signora Ferraro hanno permesso di approfondire quanto espresso da Minguzzi in numerose conferenze in giro per l’Italia, come all’inizio della pandemia ebbe a suggerire a Rimini, in una delle prime riunioni in rete durante il periodo più duro delle chiusure.

Ascoltate le sue parole questa sera, val la pena di rileggere un passo di quell’intervento: "C’è una tendenza molto diffusa a contrapporre l’”io” al “noi” come fattore di dimensione dualistica. Non condivido il principio. Il “noi” è solo un’estensione dell’”io”. Facciamo un giochetto molto semplice ribaltando il noi. Da una parte, dunque, c’è l’”io” e dall’altra c’è il “noi”. Ribaltiamo il “noi” ed avremo; IO (N), cioè il “noi”. Voglio dire che il NOI non può prescindere dall’IO. Perché è solo un IO moltiplicato N volte e senza l’IO non potrebbe esistere. Ma l’IO che si trasforma in NOI diventa un IO che accumula molte più responsabilità perché col proprio comportamento incide sui comportamenti degli altri; perché un suo errore, per esempio, diventa errore di tutti o che, comunque, danneggia l’opera degli altri"