anno 2023 2024      

 

Anticipata la riunione a mercoledì 23, uno strappo alla tradizione, il Firenze Est ha accolto il governatore Nello Mari con amicizia e alcune occasioni di coinvolgimento nella vita del Club, molto apprezzate da un governatore rilassato e dialogante, come hanno potuto sperimentare, prima della conviviale, i componenti il Consiglio Direttivo e i presidenti di Commissione, durante la presentazione delle attività del Club.

 

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Mari ha colto l’occasione per ricambiare con notizie sullo sviluppo delle iniziative distrettuali, a partire dal secondo invio di materiale (si punta a 160 gruppi elettrogeni) in Ucraina con un nuovo grant della Fondazione Rotary, auspicato in 25.000 dollari. Ascoltando i nostri impegni con la Fondazione (programma EREY condiviso dal 70% dei soci, Teatrotary per le vaccinazioni anti-polio, i progetti con i Club della Quadrangolare) il governatore ha ricordato che chi “conosce la Fondazione supera ogni dubbio” sulla sua efficacia. Venendo ai premi (che ha definito “realtà consolidata”) e alle iniziative per i giovani, Mari ha apprezzato il rinnovato corso di mediazione dichiarando che il Distretto 2071 ha la possibilità di essere riconosciuto dal Rotary Internazionale come costruttore globale di pace ( Global Peacebuilder District). Egli ha ricordato che sostenere progetti e attività per la pace e lo sviluppo, aiutando anche studiosi dedicati a diventare catalizzatori per la pace nel mondo è possibile anche da parte nostra.

Per il R.I. un Distretto costruttore di pace assegna almeno 25.000 dollari ogni anno nei FODD (fondi di designazione distrettuale) un obiettivo forse raggiunto da anni ma che ora potrà trovare riconoscimento effettivo.

Dopo l’incontro con i soci di recente ammissione e con i Presidenti di Interact e Rotaract, Mari ha rivolto a tutti i soci il proprio appello a sostenere il Rotary nel suo processo di rinnovamento, di cui ha dato alcuni particolari, specialmente sull’evoluzione della struttura distrettuale ma soprattutto ha accolto due nuovi soci: il col. Mario Mele, proveniente da Milano e ora comandante della struttura dei poliambulatori militari nella nostra città e il prof. Massimo Mazzoni , astronomo che ha consegnato al Club un suo studio sulla fondazione dell’Istituto di Ottica di Firenze, nel 1926, su impulso dell’unico Rotary Club della città allora esistente.

Nello Mari ha partecipato anche al passaggio di consegne delle nostre collaboratrici, la sig.ra Clara Barsi che ci lascia per un nuovo incarico all’estero e la sig.ra Elisa Pasqualetti che, dopo essersi fatta apprezzare come guida di alcune nostre gite, è stata accolta nello staff del club.

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Un momento toccante è stato la consegna di un tablet alla avv. Muts, che lo porterà ad una studentessa ucraina ora nella nostra città. Nonostante viva un momento molto bello della sua vita, l’avv. Muts darà alla luce una bambina a gennaio, la nostra ospite non ha potuto nascondere la profonda tristezza per quanto accade nel suo Paese, l’Ucraina, colpita dalla guerra d’invasione della Russia del presidente Putin ma che resiste, da sempre, alle avversità con dignità e coraggio. In questi giorni ricorre anche l’80° dell’Holodomor, la grande fame provocata dal comunismo sovietico nel 1932-33, che costò milioni di morti all’Ucraina. Qualcosa su cui riflettere profondamente e che ci rende ancor più solidali col Paese lungo il Dnepr.

A fine riunione la signora Antonella Mari ha ricevuto il sostegno del club per il suo progetto di casa di accoglienza per bambini e ragazzi, da tre a vent’anni, in corso di realizzazione a Prato. PRAMA offrirà ai ragazzi una possibilità di stare bene in armonia e in sicurezza accompagnati da personale qualificato. L’attività prevederà percorsi individuali e di gruppo, a carattere sportivo, di gioco ed educativo. Prama nascerà dalla ristrutturazione della palazzina di AVIS in Via Sant’Orsola a Prato, trasformando così l’attuale area socio-sanitaria in un centro ludico motorio unico nel suo genere.

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Nel corso dell’anno il bollettino ha riportato i lutti che hanno colpito le famiglie dei nostri soci. Unendosi nella preghiera e nel ricordo, desideriamo in particolare citare i nostri vecchi amici Mario Zerauschek scomparso insieme con la moglie, Pier Cesare Bozzalla Canaletto, Shamsher Singh, past-president del RC Manali (India) generoso e attivo rotariano col quale abbiamo collaborato per l’impostazione di un progetto ancora in corso e tutti gli altri che ci hanno preceduto nell’attività rotariana, il presidente del R.I. 2002-2003, Bhichai Rattakul e le mamme e i papà di alcuni di noi. A tutti rinnoviamo la più sentita vicinanza

Con un programma di studio ed esperienza pratica in azienda di 18 mesi (tre trimestri) la Scuola Scienze Aziendali offre a giovani tra i 18 e i 28 anni la possibilità di specializzarsi in marketing, amministrazione, gestione di imprese e una quasi certezza di un lavoro subito dopo il diploma. Il 95% degli studenti, circa 50 l’anno scelti con colloqui molto simili a quelli per un’assunzione, hanno già un posto di lavoro, ha detto con orgoglio la direttrice Berti sottolineando anche altre attività della Scuola che gestisce ad esempio un incubatore per nuove imprese nel complesso delle Murate. Come ha confermato il diplomato Andrea Vacca si arriva alla Scuola da diverse esperienze di lavoro o studio, spesso anche da delusioni ma lo stile, in tutto simile a quello di un’azienda, che è adottato nei corsi dà un nuovo orientamento che anche la sua storia personale ha confermato.

La Scuola, ha ricordato la dott.ssa Berti, è nata nel 1985 dall’instancabile attività del compianto dott. Piero Baldesi, cui oggi è dedicata. Anche il nostro Beppe Rogantini ha volto ricordare Baldesi e la sua visione che convinse enti cittadini (Comune, Provincia, Camera di Commercio, Confindustria) a sostenere un’idea che oggi rappresenta quasi un unicum. La Scuola di scienze Aziendali e Tecnologie Industriali “Piero Baldesi” (SSATI) oggi promuove dunque una delle principali necessità degli studenti: la creazione di un collegamento tra scuola e lavoro.

Su diversi temi sono intervenuti nostri soci (Spagli, Taddei Elmi, Diana, tra gli altri) mentre il presidente Fantini ha auspicato la prossima collaborazione con il nostro Club per un Mini corso sulla leadership.

Anche il presidente 2023-2024 del RC Firenze Sud, Petroni, ha infine colto l’occasione per invitare la dott.ssa Berti al suo club, traendo spunto dalla nostra serata in cui la dott.ssa Berti ha esposto i suoi argomenti senza proiettare nulla ma affidandosi alla trasmissione della sua esperienza. Un’ottima idea,

Lo scorso Natale il razzo Ariane 5 ha portato nello spazio un nuovo telescopio a infrarossi. E’ intitolato a James Webb (1906-1992) primo direttore della NASA. Già pochi mesi dopo, questa estate, sono state diffuse immagini eccezionali che gli astronomi di tutto il mondo cercano ora di interpretare. Il prof. Mazzoni, con il suo entusiasmo e la chiarezza di un linguaggio scientifico ma non astruso, ne ha spiegato l’importanza e il ruolo. Vedere lo spazio da fuori del nostro pianeta – come già fatto negli ultimi decenni dal telescopio Hubble – è importantissimo per avvicinarsi alle meraviglie dell’universo nonostante le distanze immense. Le immagini ci hanno restituito subito la bellezza della ricerca astronomica e il ruolo fondamentale per future esplorazioni ma anche per la vita sulla terra. Le stelle, che vediamo a distanza di anni luce, ci dicono infatti com’era o come sarà l’universo, negli stadi della sua storia e in una certa misura ci restituiscono la nostra posizione, piccolissima e nello stesso tempo grandiosa.

.Numerose le domande e le riflessioni condivise col prof. Mazzoni sottopostosi volentieri alle curiosità e ai dubbi dei presenti.

In un momento cruciale della guerra in Ucraina, il gen. Bertolini ha svolto una analisi del teatro di operazioni e delle forze in campo valutando le diverse posizioni della Russia e del mondo occidentale, che si ritrovano nuovamente su sponde opposte, a oltre trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, quando parve che la storia fosse finita.

Il progressivo allargamento ad est della NATO, voluto da Paesi lungamente sofferenti sotto l’impero sovietico ed accettato dall’Occidente come naturale conseguenza degli eventi storici, ha determinato nella Russia un riacutizzarsi di una antica teoria di accerchiamento che ha riportato il grande Paese euroasiatico ad affacciarsi sui mari caldi con le medesime linee di espansione dell’antico Impero, anche verso il Mediterraneo, con le operazioni in Siria e una forte presenza verso il Nord Africa.

E’ in questo quadro che il possesso del Mar Nero diventa di nuovo fondamentale per la Russia che da dieci anni ha avviato, dapprima nel Donbass e in Georgia poi in Crimea, una politica militare di espansione ai danni dei Paesi nati dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Lo scorso febbraio – su ordine del Presidente Putin – l’esercito russo ha attaccato l’Ucraina, la cui posizione filo-occidentale era vista come un pericolo costante.

La solidarietà internazionale ha però bloccato i piani russi, sia in politica, col fallimento dell’entrata in una Kiev che doveva essere teatro di un golpe filorusso poi con un’invasione al sud-est rivelatasi terribilmente complicata per Mosca. Cosa accadrà il gen. Bertolini, che nelle sue analisi ha rappresentato la pericolosità della situazione in una “guerra che non è nostra” e che – senza un rapido negoziato – può risultare “una destabilizzazione totale impedendo lo sviluppo dell’Europa” che non avrà il “gas e la sicurezza” di prima.

Nel dibattito (interventi di Addario, Cobisi, Taddei, Diana, Spagli e altri) confronto tra punti di vista diversi, in un franco colloquio con il gen. Bertolini tra attualità e storia.

L’esperto ing. Elia terminata la sua lunga attività in ferrovia passò alcuni anni fa al TAP (gasdotto transadriatico) con l’impegno di terminare i lavori in tempo. Per lui, pugliese, il ritorno a casa durante la battaglia di politici, comitati e stampa a favore o contro il gasdotto, non è stato facile ma con intelligenza e disponibilità gli ostacoli (ricorderete la vicenda di 230 ulivi da spostare) e gli imprevisti furono superati e, proprio all’avvio della crisi dei prezzi del gas, a fine 2020, l’opera ha cominciato a far passare in Italia miliardi di metri cubi di gas, fino a 7 miliardi l’anno, oggi più preziosi che mai.

Più che il lato tecnico di un’opera che dall’Azerbagian traversa l’Anatolia, la Grecia e l’Albania prima di raggiungere l’Italia attraversando sottoacqua 105 chilometri di Mare Adriatico, è la questione giuridico amministrativa ad aver fatto rischiare che non fosse pronta per tempo. Invece tutto è riuscito bene. Numerosi interventi di nostri soci (Taddei, Spagli, Cobisi, Reali, Minucci tra gli altri) hanno sollevato alcune questioni di attualità che l’ing. Elia ha affrontato spiegando i lati tecnici e confermando l’eccezionale abilità italiana nelle grandi opere, quando ci viene permesso di farle…