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Al sesto anno di successo è ripresa la rassegna teatrale organizzata dal Rotary Club Firenze Est, sempre con la formula, molto gradita dal pubblico, del concorso popolare, che permette proprio agli spettatori di diventare protagonisti decidendo con il loro voto la compagnia vincitrice. In questi anni sono state moltissime le compagnie, tutte rigorosamente amatoriali, che si sono cimentate sul palco della Sala Esse di Via del Ghirlandaio.
Lunedì scorso 9 febbraio la “NUOVA COMPAGNIA” ha presentato “SVEGLIATI TEO” scritta e diretta da Francesca Palli. Anche in questa occasione oltre cento spettatori, nonostante l’influenza abbia bloccato alcuni abbonati, pronti a rifarsi lunedì prossimo.
Prima dell’apertura del sipario il presidente Antich ha dato il benvenuto ai presenti e spiegato le motivazioni della rassegna che – oltre a mostrare le produzioni di compagnie amatoriali cittadine – propone una riflessione sulla Polioplus.
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Accanto a recenti elezioni – presidenziali e politiche – anche forti azioni personali hanno portato sulla scena nuovi leader mondiali. La decisione di Benedetto XVI di lasciare il suo ministero e l’elezione di Papa Francesco hanno posto il tema della successione in primo piano e anche alcuni re (in Olanda, Belgio e Spagna) hanno preferito abdicare per dare spazio al rinnovamento. Torna quindi di attualità anche la successione del Dalai Lama, guida spirituale e massima autorità tibetana. Il Dalai Lama oggi vivente (14° Dalai Lama, Tenzing Gyatso) è in esilio forzato dal 1959, giunto in India a seguito della rocambolesca fuga da Lhasa per sfuggire all’inevitabile incarcerazione conseguente l’invasione del suo Paese da parte del governo di Mao Ze Dong. Nel suo esilio il Dalai Lama ha conquistato la simpatia e il sostegno di milioni di persone.
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Non erano passate che poche ore dall’intervento del gen. Bertolini e dalle sue considerazioni basate su una significativa esperienza personale che la stampa ci ha posto di fronte alla parola guerra (“Libia, pronti alla guerra” era l’apertura del maggior quotidiano cittadino di sabato 14) e a una serie di dichiarazioni dei ministri della difesa e degli esteri che non sentivamo da molto tempo. E d’altra parte, facendo un confronto tra la guerra mondiale di cento anni fa e le attuali missioni internazionali, il gen. Bertolini aveva avvisato (e mostrato) che le trincee esistono ancora, ad esempio in Afghanistan, uno dei terreni in cui, dalla prima missione libanese del 1982, il gen. Marco Bertolini (Parma, 1953) ha svolto la sua opera, in particolare nei reggimenti paracadutisti fino all’assunzione del comando della Brigata paracadutisti "Folgore" e alla guida del Comando operativo interforze, struttura mediante il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa è in grado di esercitare la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate.
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La riunione ha avuto due tempi. Il pranzo, informale e piacevole, si è svolto all’Outside Bistrot poi – due passi non fanno male - caffè nella hall del Mediterraneo dove, nei comodi divani antistanti il ristorante Arno, il Prof. Chiti ha esposto il suo pensiero sul tema odierno, ampliando l’informazione rotariana che nel mese di gennaio ha caratterizzato i nostri incontri. La conversazione ha toccato alcuni aspetti significativi della consapevolezza richiesta a tutti i rotariani nella disseminazione dei valori e delle azioni del Club, attingendo all’esperienza del relatore e ad esempi pratici della vita recente del Firenze Est.
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Reduce da ormai cinque anni di successi è ripresa la rassegna teatrale organizzata dal Rotary Club Firenze Est, anche quest’anno con la formula, molto gradita dal pubblico, del concorso popolare, che permette proprio agli spettatori di diventare protagonisti decidendo con il loro voto la compagnia vincitrice. In questi anni sono state moltissime le compagnie, tutte rigorosamente amatoriali, che si sono cimentate sul palco della Sala Esse di Via del Ghirlandaio. Nella prima serata (2 febbraio) la Compagnia “I BACCELLONI” ha proposto – davanti a oltre cento persone la commedia di Dory Cei e Silvano Nelli, “GRAZIE GATTO” .
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Gianni Iandolo ha svolto un’ampia riflessione sulle tematiche comunicative del Rotary che, pur non differendo da quelle di molte altri organizzazioni, hanno assunto negli anni una propria fisionomia sempre in bilico tra le questioni interne di ciascun club e le grandi azioni di cui club e altre articolazioni del Rotary sono capaci. L’esperienza di Iandolo è a questi fini davvero unica, svolgendo egli una missione complessa che dai consigli di legislazione (dove vengono rielaborati i testi dei regolamenti rotariani) lo vede impegnato nei comitati interpaese fino a essere egli stesso testimone di un’azione personale ma di stimolo per tutti a favore della Fondazione Rotary. Ognuno dei presenti avrà saputo trarre le proprie considerazioni poiché di riunioni come queste restano in genere appunti e suggerimenti che poi diventano patrimonio comune, tanto da venir poi difese come proprie di chi le rappresenterà.
Per una volta, tuttavia, freschi dell’incontro di stasera, si potrà affermare come una garanzia che “l’ha detto Iandolo”!