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Lo storico legame tra Leonardo da Vinci e Milano non passa solo attraverso i capolavori d’arte (Cenacolo di s.M. delle Grazie) e di ingegneria (i Navigli) ma anche da una vigna, situata nella Casa degli Atellani, di fronte al cenacolo a corso Magenta. In occasione dell’Expo la storia della vigna che nel 1498 Ludovico il Moro, duca di Milano, regalò a Leonardo ed egli curò con ogni cautela.
Rispettando filari e vitigno originari, la vigna di Leonardo da Vinci è stata ricostruita, ripercorrendo anche la storia agricola di Milano poiché in quella zona si trovavano campi e il giardino della Casa degli Atellani, nell’area che apparteneva allora alla vigna grande di San Vittore.
Gli Atellani, alleati del Moro, parteciparono alla idea del duca di rendere la Basilica di Santa Maria delle Grazie il mausoleo degli Sforza e costruire un quartiere residenziale dove insediare i suoi uomini più fedeli. Oggi l’Università di scienze agrarie di Milano e la Confagricoltura insieme con la fondazione Portaluppi e i proprietari della casa hanno deciso di ripiantare la vigna di Leonardo da Vinci e di aprire la casa e il giardino degli Atellani al pubblico. Una curiosità ma anche un recupero eccezionale per Milano e l’Italia che ha trovato un pubblico vastissimo tanto che molto spesso ha fatto il tutto esaurito. Luca Giannozzi, che molti ricordano socio del nostro club ne ha raccontato la storia con passione spiegando le prospettive di un’iniziativa che è insieme storica ed attuale, collocandosi peraltro nelle numerose iniziative italiane per l’EXPO 2015.
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Presentando l’anno rotariano appena iniziato la presidente ha rivolto dapprima un ringraziamento al Consiglio e alla nostra segretaria M. Christina, affrontando poi il tema dell’effettivo segnalando le ampie possibilità offerte dalle classifiche non ancora coperte nel nostro Club. Una parte significativa del suo intervento è stata dedicata al Premio Columbus di cui ha annunciato i premiati dell’edizione 2015, attesa per il 12 ottobre come tradizione in Palazzo Vecchio. Il Premio per l’arte sarà assegnato agli Amici degli Uffizi, il premio per la Scienza al Dinamo Camp fondato da Paul Newman nel pistoiese (e che incidentalmente fa parte del service promosso dalla signora Lubrano, moglie del governatore) e per l’impresa allo stilista Stefano Ricci.
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Dalle 19,00 è stata resa possibile una dimostrazione pratica di gioco sul campo da golf. Lorenzo Contri ha accompagnato con cortesia e passione i soci che si sono potuti affiancare ad un amico giocatore professionista per una prova sul campo, quest’anno svoltasi sotto il sole dopo la pioggia che la interruppe lo scorso anno.La cena si è svolta nella terrazza dove ci ha accolti il presidente del golf Montauti, invitato dalla presidente del Firenze Est a riprendere la via del nostro club. Un invito esteso ad altri “ex” che in questa serata erano presenti tra gli ospiti.
Dopo cena il giornalista Giovanni Bruno , direttore di Sky Sport, ha parlato sul tema “ Sport a 360°. Obiettivo Olimpiade”. Giovanni Bruno, 58 anni, è sposato e ha 4 figli. Dopo un inizio sulla carta stampata ha collaborato alla “Domenica Sportiva” negli anni ottanta passando poi a Mediaset e – dal 1995 – di nuovo alla Rai dove ha diretto Raisport fino ai Mondiali di calcio di Giappone e Corea del Sud. La nostra presidente, aprendo la riunione ha sottolineato la sincera passione, giornalistica e sportiva di Giovanni Bruno ricordando l’epopea di “Azzurra” e la creazione (2012, Sky) del complesso “mosaico olimpico” che permetteva agli spettatori di scegliere per la prima volta tra 12 finestre diverse su altrettanti avvenimenti.
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Un anno fa il Firenze Est era considerevolmente diverso da quello che il presidente Federico Antich ha lasciato stasera. I volti della serata del Mediterraneo lo testimoniano meglio di ogni discorso. In un’atmosfera decisamente allegra abbiamo visto rientrare un caro amico, un nuovo socio e tre nuove socie, accolte, poco dopo il passaggio del collare, dalla nuova presidente Letizia Cardinale. Molti amici hanno ricevuto la distinzione Paul Harris Fellow rendendo il nostro Club ormai vicino all’obiettivo di “tutti col PHF”.
Tra i tavoli anche il cane Fiesta, placidamente addormentatasi verso la fine della serata, incurante anche della musica di Star Trek con cui Federico ha voluto terminare. Il vulcanico presidente (o dovremmo temere vulcaniano?) ne ha tratto il significato della navigazione che un’associazione come il Rotary affronta nel corso della sua attività e ha riservato a ciascun chiamato, nuovi soci e PHF, un pensiero che ha riassunto gli aspetti significativi dell’annata: rinnovamento del corpo sociale (ora composto da 81 soci di cui 15 entrati in questo ultimo anno) attenzione al servizio (il cane guida per i ciechi lo ha testimoniato meglio di tutti) attenzione ai giovani (borse di studio, Ryla, Rotaract, Interact, 100 Artigiani, Nuove frontiere della dermatologia) continuità di azione (particolarmente per i Premi, di cui ieri stasera è stata distribuita la ristampa dei primi tre volumi del Columbus, ora riuniti in un unico testo).
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Nel suo intervento il dott. Stefano De Ranieri presidente nazionale del Centro di Biologia Marina, ha esposto bellezze e rischi dei nostri mari. Bellezze naturali e rischi in buona sostanza provocati dall’uomo, cui si pone riparo attraverso una attività di costante disseminazione di conoscenze, come nel nostro caso e, a livello istituzionale, grazie alle oasi e parchi naturali.
Un esempio importante è quello dell’Arcipelago Toscano, il più grande parco marino d’Europa con 56.766 ettari di mare e 17.887 ettari di terre tutelati su sette isole e alcuni isolotti minori. Le attività che possono svolgersi in quest’area richiedono attenzione da parte di tutti e rappresentano un valore importante per lo sviluppo turistico della nostra regione. E non solo dal punto di vista naturalistico giacché la storia, come dimostra la recentissima apertura della villa romana di Giannutri, è stata generosa con questi luoghi, abitati fin dall’antichità e protagonisti della storia industriale (mineraria) e generale (Napoleone all’Elba, ad esempio).
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Giunte alla IV edizione le celebrazioni in onore di Carlo Valleccchi si sono concentrate nell’approfondimento sulle ricerche intraprese dai dottori Sanja Javor, Riccardo Pampena e Cristel Ruini, insigniti dei Premi Vallecchi negli anni 2012, 2013, 2014. I tre giovani ricercatori hanno scelto un argomento comune, la prevenzione dei tumori della pelle, svolgendo ciascuno brevi considerazioni sulle caratteristiche dei sintomi e sulla prevenzione.
Particolare attenzione è stata richiamata, anche nel dibattito con gli amici Zerauschek, Tinti (che di Vallecchi è stato allievo) Cortigiani, Taddei, verso ciò che ciascuno di noi può fare, soprattutto non esponendosi troppo o malamente al sole.
In un incontro svoltosi prima della riunione con il presidente Antich e Luigi Cobisi (che fu segretario del presidente Vallecchi) sono state esaminate alcune proposte preliminari dei tre ricercatori per coinvolgere il Club in una più compiuta attività di sensibilizzazione anche interessando altri giovani medici con lo scopo di proseguire il ricordo di Carlo Vallecchi secondo gli obiettivi da tempo fissati: creare una vera e propria “classe” di dermatologi che potremo seguire nella loro attività di ricerca.