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Maria Luisa Puccetti, da tutti conosciuta come Lalla Azzaroli, era la mamma del nostro Fabio e dei suoi fratelli. Nata e vissuta a Firenze, è scomparsa pochi mesi fa lasciando in “Non avevo voglia di studiare” la propria testimonianza di anni di studi e di vita, anche familiare. Col marito, il paleontologo e nostro socio Augusto Azzaroli, ha coperto distanze incredibili per i mezzi dei ricercatori italiani ma ottenuto eccezionali risultati, scientifici e umani. Ha disceso e risalito il Nilo e percorso quattro continenti.
È stata conservatore del Museo della Specola (Museo Zoologico dell’Università) per oltre venticinque anni. Con tutta la famiglia ha vissuto un’intensa passione per l’alpinismo, particolarmente in Valle d’Aosta, di cui possedeva una solida conoscenza dell’ambiente e delle sue montagne fino ad occuparsi della museologia di quel territorio, dov’è tuttora amatissima.
Ma lei, proprio lei che a suo dire non aveva voglia di studiare, si è occupata di tutto fino alla biologia marina così favorendo la fondazione in Italia dei centri di soccorso per cetacei. Gli amici e il figlio ce l’hanno ripresentata leggendo il libro e integrando con le proprie esperienze. Fabio, ad esempio, tornando in permesso dalla leva a San Giorgio a Cremano in treno, trovò delle tartarughe carnivore nella sua vasca da bagno, sogno di ore e ore sulle rotaie! Erano destinata alla Specola ma la mamma a tutto non poteva pensare.
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Viareggio sta tentando, con diverse iniziative, tra le quali è stata di grande rilievo la fiera nautica della scorsa settimana, di recuperare il suo rapporto col mare, la storica passeggiata e un turismo più curato. Con l’apertura – nel 2006 – del Museo della Marineria (un’idea che risaliva addirittura la 1920) ha ripreso vita lo storico edificio del Mercato del Pesce, sul Lungo Canale Est, opportunamente restaurato, con un’esposizione di cimeli, reperti e documenti suddivisi in diverse sezioni destinate ad essere ampliate nel corso del tempo.
Particolare interesse riveste la sezione dedicata agli strumenti dell’artigianato dei cantieri navali al tempo della vela, dove sono raccolti gli attrezzi da lavoro dei maestri d’ascia, dei calafati, dei segantini, dei fabbri e dei bozzellai, con i quali gli artigiani viareggini realizzarono stupendi velieri, ammirati in tutti i mari per grazia ed eleganza degli scafi e per indiscusse doti nautiche. Quelle stesse che i cantieri, diffusi in tutta la zona, rappresentano ancora oggi. Un reperto particolarmente interessante è il cannocchiale ( appartenuto al poeta inglese Shelley, che scomparve in un naufragio davanti a queste coste. L’incontro con gli amici del RC Viareggio Versilia ha completato la visita alla costa più vicina a Firenze, cui sono legati numerosi ricordi di vacanze più o meno lontane.
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La Famiglia Pagliai (composta da Mauro Pagliai e signora Piera Bartolini Pagliai, i figli Costanza Pagliai e Antonio Pagliai e signora Silvia Valgiusti Pagliai) ha partecipato alla nostra riunione col piacere di stare insieme a ai nostri soci, scoprendone tra loro molti lettori delle numerosissime pubblicazioni che sono di casa specialmente tra i fiorentini. Mauro, dopo aver fondato e diretto per quasi cinquant’anni la casa editrice Polistampa, ha dato vita nel 2007 alla nuova sigla Mauro Pagliai Editore, con l’obiettivo di conquistare una posizione significativa nell’industria libraria nazionale.
Per rendere effettivo questo ambizioso progetto editoriale, Mauro Pagliai ha formato una redazione di giovani professionisti e collaboratori che, con la direzione del figlio Antonio, vuol essere competitiva nei confronti delle grandi case editrici e aperta alle nuove ricerche e ai nuovi talenti del mondo della cultura. Da qui è ripartita anche la ricerca di nuove attività, sempre nel mondo della cultura, tra cui la riapertura del Teatro Niccolini.
Mauro Pagliai, nato a Signa il 6 luglio 1943, si forma all’attività tipografica presso l’Istituto Salesiano di Firenze, poco lontano dalla nostra sede. C’è dunque un bel pezzo di Firenze nella storia personale e familiare dei nostri ospiti che, nel raccontarsi, hanno condiviso con noi esperienze e speranze, quelle cui ha fatto riferimento più volte nel corso dell’anno il presidente Rogantini, sempre attento alle possibilità di sviluppo della città verso la quale anche questa sera non ha
mancato di sottolineare il suo amore. Una chiave di lettura per tutta la serata
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L’avv. Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri (foto DF) fiorentino, 63 anni, è assessore alla cultura a Torrita di Siena, splendido borgo a due passi da Montepulciano. Avvocato, già assistente di diritto civile col prof. Carresi, è stato presidente dell’Ordine degli avvocati a Montepulciano dove è socio e pastpresident del locale Rotary Club. Appassionato bibliofilo, collezionista di Cinquecentine, ha fondato la Società Bibliografica Toscana e l’Istituto per la valorizzazione delle abbazie storiche della Toscana.
Di queste ultime egli ha descritto il contesto storico e culturale ma soprattutto la necessità che siano conosciute e valorizzate poiché autentici centri di irradiazione della nostra più autentica tradizione, anche sociale. Nel dialogo coi nostri soci e nell’esposizione, aiutata da numerose immagini, Tiezzi Maestri ha permesso di conoscere meglio i luoghi descritti e – ci pare di scorgere – una passione autentica per un’esplorazione non passiva del nostro territorio.
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Accolti dagli amici belgi in una atmosfera estiva, con sole fisso e temperature fino a 30° C, italiani, francesi e tedeschi sono stati coinvolti in una visita insolita di B ruxelles, una città che oltre all’ineguagliabile Grand Place offre un ampio scorcio sugli ultimi due secoli di tecnologia ed architettura, su cui il programma ha particolarmente insistito.
Venerdì la visita al Museo ferroviario (Train World, alla vecchia stazione di Schaerbeek) ha proposto la ricostruzione di un’epoca in cui il Belgio ha raggiunto il primato nella rete ferroviaria, protagonista del grande sviluppo industriale del Paese nella seconda metà dell’Ottocento, unico dopo l’Inghilterra. Un pranzo all’Atomium ha fatto rivivere l’atmosfera della Esposizione universale del 1958, di cui restano con la curiosa costruzione in alluminio, l’insieme dei padiglioni, che ospitano musei e mostre ed il parco. Un monito per la nostra Milano è inevitabile sentirlo.
Sabato l’incontro con l’opera di Victor Horta, nella sua casa museo a St. Gilles, trionfo di un liberty ragionato fin all’ultimo particolare e così vicino alle realizzazioni del nostro Galileo Chini, forse per lo stesso amore per l’oriente. E infine la basilica del Sacro Cuore a Koekelberg, santuario nazionale iniziato durante la guerra, oggi simbolo dell’anelito di pace dell’intero popolo belga.
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Un piccolo ma interessato gruppo di soci ha sfidato l’ora e il traffico per onorare il lavoro di un centro di ricerca applicata che rappresenta il meglio della tecnologia italiana applicata al settore ferroviario, inserendosi tra l’altro nella storia del rapporto tra Firenze e le ferrovie, dominato nei decenni di impostazione del programma dell’alta velocità dagli uffici di progettazione materiale, trazione ed elettrificazione. All’Osmannoro, unito alla rete ferroviaria dalla sopraelevata che passa accanto all’aeroporto senza fermarvisi, si provano ogni giorno i nuovi (e vecchi) treni per assicurarne la circolazione in condizioni di totale affidabilità e si sperimentano le ferrovie del futuro.