Da un punto di vista letterario è il difficile tema, pirandelliano, si direbbe, dell’essere e del sembrare che affiora attraverso la pubblicità, fenomeno alle cui implicazioni sociali ed etiche si guarda poco, forse per una certa assuefazione ma che si ripercuote sulla vita di ognuno, in particolare sui giovani – ha sottolineato la presidente del Club L. Cardinale che a volte vengono “condizionati da espressioni di pensiero sempre più discutibili, fino a divenire alienanti. Messaggi che sembrano non abbiano finalità specifiche ma che un attento esame ne evidenzia un preciso scopo sociale. Il tutto in un mix di combinazioni di pensiero che conduce alla globalizzazione della tabula rasa”. E i miti pubblicitari si accoppiano ad una società dominata dalla fretta, dove l’etica non trova facilmente posto.
Purtroppo oggi tutto viene fatto di fretta e l'etica non sempre è una priorità. Nelle sue osservazioni il relatore ha raccolto le sue esperienze di giovane imprenditore cercando di ottenere un filo conduttore tra economia, arte, marketing, creatività, produzione, talento, amministrazione, estro, mercato e inventiva senza rinunciare alle proprie responsabilità sociali.
Ne è nato un ampio dibattito nel quale sono intervenuti tra gli altri gli amici Isler (qui sotto nella foto GP durante il suo intervento) Zerauschek, Tonelli, Fossi, Penco, Belloni, Claudia Tinti, Kevin Donvito
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Etica, pubblicità e realtà
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