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Lunedì 18 febbraio, terza serata alla Sala Esse per la decima edizione di Teatrotary. In scena Il Palco (compagnia vincitrice dell’edizione 2010 con Le forche caudine, simpatica complicata trama di speranze di matrimonio che i nostri attori hanno affrontato con gioia confermandosi, anche dopo 9 anni, tra i più applauditi della rassegna che prosegue per raccogliere fondi per la Rotary Foundation per l’annullamento della poliomelite nel mondo, quest’anno con ben 8 serate.
Il Rotary Firenze Est, grazie a TeatRotary, in 9 anni ha donato al programma quasi 30.000 euro al progetto. La serata finale si terrà l’8 aprile e vedrà la partecipazione di una nuova compagnia, i ‘Ritrovati al Boccherini’, che precederanno con la loro esibizione festeggiamenti e premiazioni ma intanto è già tempo della terza commedia, lunedì 25 I Malandra, vincitori due anni fa, portano in scena Camera 719.
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Non poteva mancare l’attualità delle proteste dei pastori sardi e Ferri Graziani non si è tirato indietro. Certamente solidarietà ma il caso è esemplare. Il 40% delle pecore italiane sono in Sardegna, il 60% del loro latte va alla produzione di pecorino romano ma dovrebbe andare al pecorino sardo e identificato sardo! Noi agricoltori – ha continuato il nostro relatore - abbiamo sbagliato. Ricordate il metanolo? Siamo passati al vino di eccellenza ora giocando alla pari con la Francia. Il binomio prezzo e origine certa funziona e lo abbiamo capito. Perché non c’è altra scelta contro i mega-produttori ai quali non possiamo fare concorrenza sul loro terreno. Con orgoglio ecco la agricoltura giovane italiana che avanza con specializzazione e fantasia. Non quantità ma qualità. Una qualità totale e ricercata in ogni zona storica e nella battaglia, quasi vinta, ormai, della etichettatura. Ferri Graziani lo ha ribadito con forza: l’unico mezzo per avere giusta remunerazione dei prodotti è l’origine riconoscibile che ne esalta la qualità. E’ qualcosa che le aziende agricole innovative di giovani non figli di agricoltori sta portando avanti. Il dibattito (con gli interventi dei nostri Azzaroli, Diana, Bertini, Fioretto ed altri) ha riservato ottimismo e un giusto orgoglio regionale per l’eccellenza dell’alimentazione toscana. Con una sorpresa: al primo posto nelle motivazioni di una vacanza in Toscana, secondo uno studio citato dal nostro relatore e condotto tra i passeggeri dell’aeroporto di Pisa, ci sarebbe il mangiar bene. E se è così oggi figuriamoci quando Firenze avrà la sua tanto attesa nuova pista!
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La riunione, che ha richiamato la stragrande maggioranza dei soci, ha approfondito il ruolo delle Fondazioni bancarie attraverso la vivace testimonianza di uno dei protagonisti, il presidente della Fondazione CRF. Il prof. Tombari ha in primo luogo riassunto il quadro normativo bancario italiano che - sotto la spinta esercitata dalla I e dalla II Direttiva europea in materia creditizia - sub una rapida accelerazione Legge 218 del 30 luglio 1990 (c.d. legge Amato) in seguito alla quale le Casse di Risparmio hanno provveduto a conferire l’azienda bancaria a una nuova apposita entità giuridica Cassa di Risparmio Spa per assumere la ualificazione di Ente conferente poi denominato Fondazione al uale sono state assegnate finalità di interesse pubblico e di utilità sociale secondo i compiti già storicamente presenti negli statuti delle Casse di Risparmio.
Sollecitato dalle domande dei presenti, il Prof. Tombari ha sviluppato la sua conversazione sia su temi generali riguardanti le Fondazioni, in particolare soffermandosi sul concetto di sussidiarietà e del discrimen tra pubblico e privato, sia su aspetti specifici della Fondazione CR Firenze. In proposito ha ricordato come ormai la presenza istituzionale del pubblico negli Organi della Fondazione è limitata a 5 (su un totale di 22) componenti del Comitato di Indirizzo e si è diffuso a parlare dei settori di intervento, previsti dalla legge e indicati dallo Statuto. In merito ha parlato delle scelte per così dire passive in cui la Fondazione è oggetto di richiesta di intervento e, a fronte, della ideazione e progettazione attiva da parte della Fondazione stessa, attività che si è sviluppata significativamente negli ultimi anni anche con la crescita delle competenze interne.
Tombari ha quindi comunicato alcuni dati quantitativi quali il patrimonio netto che, dopo una rilevante crescita, oggi supera i 1.800 milioni di euro e le erogazioni annue che ormai stabilmente superano i 30 milioni l’anno. E’ questo chiaramente importante per il territorio perché consente anche interventi significativi fra i quali ha ricordato il restauro delle Rampe del Poggi la cui inaugurazione è programmata per il 18 maggio e il restauro per il riuso del Granaio dell’Abbondanza ex Caserma Cavalli in Piazza del Cestello, di cui una prima presentazione avverrà nella metà di giugno, oltre al sostegno nell’ambito della cultura in genere, al Teatro del Maggio, al Teatro della Pergola e alla Fondazione Palazzo Strozzi, tanto per ricordare le principali.
Con l’occasione ha peraltro sottolineato come tutte le attività proposte, anche quelle di più modesto impegno, vengano analizzate e valutate sempre con criteri di massima attenzione.
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Lunedì 4 febbraio, con un bel pubblico, si è inaugurata alla Sala Esse (via del Ghirlandaio, 38 – parcheggio gratuito interno, ore 21) la decima edizione di Teatrotary. In scena Il Chiodo Fisso (nella foto mentre ricevono gli applausi del pubblico) con la divertente commedia in vernacolo Se la moglie l’è molesta si divorzia e si fa festa, testo molto anni 70, l’epoca del divorzio, qui evitato dalla consapevolezza delle irreparabili conseguenze sugli equilibri familiari e per il sorgere di amori incrociati, tutto in modo molto delicato, come si conviene ad una serata divertente, volata via in un attimo.
Attori bravissimi anche perché, causa influenze, le sostituzioni sono state fatte all’ultimo momento e Gianluca, il protagonista, non ha mancato l’appuntamento nonostante la febbre alta. Torna così la rassegna per raccogliere fondi per la Rotary Foundation per l’annullamento della poliomelite nel mondo, che quest’anno è cresciuta passando da 4 a 8 serate.
Il Rotary Firenze Est, grazie a TeatRotary, in 9 anni ha donato al programma quasi 30.000 euro al progetto. La serata finale si terrà l’8 aprile e vedrà la partecipazione di una nuova compagnia, i ‘Ritrovati al Boccherini’, che precederanno con la loro esibizione festeggiamenti e premiazioni ma intanto è già tempo della seconda commedia, lunedì 11 con Gli squinternati (Maremma maiala!) che sfideranno in diretta il ritorno del Commissario Montalbano in tv. Dicono i saggi che Montalbano si può rivedere su internet mentre la commedia se non vieni a teatro non la vedi! Meditate pubblico, meditate.
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Lunedì 11 febbraio, seconda serata di gran pubblico alla Sala Esse (via del Ghirlandaio, 38 – parcheggio gratuito interno, ore 21) per la decima edizione di Teatrotary. In scena Gli squinternati (Maremma maiala!) che hanno sfidato in diretta il ritorno del Commissario Montalbano in tv. Non c’è stato bisogno di maxi schermi. La commedia ha proposto un tema universale, la scelta delle vacanze al mare o in montagna, fattasi drammatica da alberghi crollati e finti agenti di viaggio truffatori. Alla fine esce vincitore il vernacolo, di cui al titolo irriverente e alla caratterizzazione del personaggio del nonno. La rassegna prosegue per raccogliere fondi per la Rotary Foundation per l’annullamento della poliomelite nel mondo, quest’anno con ben 8 serate. Il Rotary Firenze Est, grazie a TeatRotary, in 9 anni ha donato al programma quasi 30.000 euro al progetto. La serata finale si terrà l’8 aprile e vedrà la partecipazione di una nuova compagnia, i ‘Ritrovati al Boccherini’, che precederanno con la loro esibizione festeggiamenti e premiazioni ma intanto è già tempo della terza commedia, lunedì 18 con Il Palco (compagni vincitrice dell’edizione 2010) che porta in scena Le forche caudine. Pronti?
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Cosciente che molti imprenditori si presentino impreparati, talvolta perfino provinciali, supponenti perfino indolenti, sui mercati internazionali, Tommaso Bellucci ha esposto teoria e pratica del mestiere che rivendica: il venditore, senza far ricorso ad altre denominazioni che ne nascondono la realtà e le capacità, soprattutto di adattamento al contesto.
Non sono dunque aneddoti le sue scoperte di altri popoli e usanze, tanto importanti nel contatto d’affari. In Corea furono protagonisti dei prelibati funghi locali che durante la cottura si inzuppano d’acqua fino a esser di fatto bevuti dai commensali. Tommaso lo apprese quando, al contrario, girò il fungo versando il liquido. E ora? Ora e sempre si impara e pian piano si crea una fiducia che costituisce, anche a tavola, il punto forte della vendita.
Un cliente c’è sempre, dicono i venditori esperti, e per qualunque prodotto ma occorre capirne la disposizione d’animo e se in Corea il fungo rischiò di creare problemi, in Qatar, per capire e capacità di spesa, bastò accettare un invito pranzo in una fattoria nel deserto. Sassi e sabbia ma animali che mangiano erba fresca. Facile: erba e animali erano stati fatti arrivare dal Sudan in aereo! Immaginarsi cosa sia costato. Ed è in tali circostanze che matura l’esperienza del venditore fiorentino, che lavora per aziende piccole, venute dal nostro artigianato e che quando è lontano da casa è un seme gettato al vento, in un mercato che certo non aspetta noi.
Più del prezzo e delle caratteristiche del prodotto conta dunque ciò che comunica il venditore. Anche se il prodotto è diversissimo e non necessario un compratore ci deve essere e un venditore camaleonte deve inquadrarlo e usando il tempo, l’ambiente, le usanze ma anche un po’ di fortuna, condurre in porto l’affare. Molte le domande e sullo sfondo la crisi che da anni è una parola ricorrente in tutte le analisi economiche. Dunque i mercati non tirano? Non sarà che i venditori e i tempi son cambiati? Un po’ tutte queste cose e la stessa comunicazione del fascino italiano è molto diversa.
Non resta che evolversi e capire l’approccio giusto al mercato. Tommaso Bellucci è direttore commerciale alla Savio Firmino, azienda di arredamento nata dalla famiglia del nostro past-president Amedeo.