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Rotariano di Siena, scettico di natura, Marco Bianchini si occupa del fenomeno UFO con un taglio sociologico domandandosi innanzitutto quale sia il vero perché delle dichiarazioni di migliaia di persone che dicono di aver visto gli oggetti più strani e perché, dopo analisi accurate, quanto visto sia ancora inspiegabile. Dal 1900 ad oggi gli avvistamenti si sono moltiplicati e forse solo un 3-4% ha qualcosa di spiegabile. Il periodo 1954-1978 ha visto picchi di avvistamenti in anni di grande sviluppo della fantascienza con la pubblicazione di libri e la produzione di film su incontri ravvicinati con gli alieni.

Negli anni più recenti internet e il crescente uso di immagini ha determinato la diffusione di nuovi avvistamenti. Molti però sono frutto di ignoranza. Vengono scambiati per UFO pianeti (Venere su tutti) luci, palloni sonda, resti di satelliti e aerei con ala a delta (F117 e B2) ma non mancano false foto con canne da pesca che tenevano piccoli oggetti, lampadari a goccia o semplici negativi fotografici. Nel 1977 un avvistamento italiano ha riguardato la base aerea di Istrana (TV) dove un oggetto nero è stato ripreso dal M.llo pilota Cecconi.

Un settimanale lanciò l’idea trattarsi di UFO ma l’Aeronautica concluse per un pallone sonda. Cecconi ha sempre detto di aver a visto altra cosa, un oggetto rigido non un pallone. Cosa sarà stato? Per ora è un mistero e i misteri piacciono come ha dimostrato il dibattito nel quale sono intervenuti Belloni, Zerauschek, De Santi, Taddei Elmi, Tonelli, Spagli, Isler.

Belloni ha ricordato la partita di 65 anni fa tra Fiorentina e Pistoiese, alla quale era presente e che fu interrotta per l’avvistamento di ciò che sembrò un UFO con caduta di strana bambagia silicia. Era il 27 ottobre 1954 (data migliore non poteva esser scelta per la nostra riunione!) e gli avvistamenti avvennero dapprima verso le 14.20 sopra il Duomo poi proprio sullo stadio dove la partita venne sospesa. A quanto dicono le cronache pare che la città fosse interessata all’epoca a esercitazioni di contromisure anti-radar che prevedevano l’uso dei filamenti poi trovati qua e là.

Nel pomeriggio il Governatore si è incontrato con i dirigenti del Club e i nuovi soci. Per questi ultimi – auspicandone un maggior coinvolgimento sin dall’inizio della loro appartenenza al Club – ha consigliato che intervengano alle riunioni con relazioni su argomenti rotariani. Preparare un argomento è infatti già uno strumento di formazione, argomento su cui Nannipieri ha insistito molto. Ha notato la ripresa delle ammissioni nel Firenze Est (15 nel triennio) e invitato a non abbandonare i nuovi, confermando che il Rotary vuole crescere nel mondo in un momento in cui nel mondo l'immagine del Rotary è buona. Anche in Toscana, grazie del lavoro intenso di tutti, è così. Ha ascoltato con piacere quanto detto dalle relazioni e si è complimentato anche col Bollettino (impressionato dalla cadenza settimanale) e felice per iniziative quali il Teatrotary. Su chi è uscito Massimo ha un’opinione che fa riflettere: chi va via senza motivi - dice – propone le scuse più strane ma dobbiamo domandarci se noi non abbiamo saputo motivarlo concludendo: ‘’ motivate le persone che entrano facendo adeguata formazione’’ per spiegare chi siamo e cosa facciamo. Il Governatore ha anche gradito gli oltre quarant’anni della nostra Quadrangolare anche se – purtroppo – nel 2020 coinciderà col Congresso distrettuale a Livorno!
Nella conviviale il governatore Nannipieri ha tenuto un appassionato discorso in due tempi, prima e dopo la cena, dapprima sofferrnandosi su alcuni aspetti della vita del distretto e riprendendo i temi della riunione con i dirigenti del club. In particolare ha richiamato l’attenzione alla formazione rotariana per mantenere ed espandere l’effettivo. Dopo cena ha parlato invece con maggior enfasi del progetto Africa Vicina che si caratterizza per una serie di interventi nel continente nero realizzati in collaborazione coi club del distretto e del vicino 2072. Una dozzina di progetti sono già partiti per raggiungere obiettivi possibili sul campo.

Ascoltate le relazioni e il parere favorevole del revisore, con la sola astensione di presidente (Fantini) e tesoriere (Sistini) l’assemblea ha approvato il bilancio 2018-2019 chiuso con un avanzo di Euro 1.155,37 euro dopo aver destinato ai service la maggior parte delle risorse, come ha sottolineato il tesoriere Giuliano Sistini (nella foto SEA, in piedi) nella sua relazione che riproduciamo di seguito. L’intera documentazione era già stata inviata ai soci dalla segreteria. Come tradizione l’assemblea ha anche eletto il revisore per l’anno 2019-2020, all’unanimità, il dott. Marco Lombardi.

Al termine della assemblea l’amico Nello Mari del RC Pistoia Montecatini Terme "Marino Marini" ha illustrato il viaggio organizzato dal Distretto per partecipare il prossimo giugno alla Convention di Honolulu. E’ possibile prenotarsi per raggiungere le Hawaii da Firenze via Parigi, Seattle, San Francisco dal 6 al 17 giugno 2020.
Tutte le informazioni sulla Convention, alla quale sono attesi oltre 30.000 rotariani di oltre 150 Paesi del mondo, su: http://www.riconvention.org/it/honolulu

"Non sono tornato!"

Con queste simpatiche parole Fabrizio Fantini  ha aperto la riunione in cui ha sostituito il presidente Selleri, impegnato in Scozia per lavoro e la vice-presidente Cardinale, anch’essa impossibilitata.
Fabrizio ha colto l’occasione per riprendere alcuni temi a lui molto cari, in primo luogo l’impegno verso i giovani, in una serata dedicata all’informazione e formazione rotariana, anche in vista della visita del Governatore, programmata per giovedì prossimo.

In apertura il past-president Luigi Cobisi è stato invitato a presentare il bollettino che quest’anno si accinge ad un importante anniversario. Luigi ha colto l’opportunità per ringraziare le nostre fotografe (Sandra e Sara) cui dobbiamo le immagini delle riunioni e Giovanni
Diana, oramai espertissimo nella preparazione della base su cui il bollettino viene redatto. Il bollettino è inoltre l’iniziativa più visibile per raggiungere quanti non sono sempre presenti alle riunioni.

E sul tema della partecipazione si è innestato l’intervento di Giovanni Petrocchi, istruttore di club (nella foto a destra col microfono). La conversazione ha sviluppato anche alcuni temi che già in passato hanno interessato la discussione su organizzazione internazionale (da Evanston a Zurigo) e locale (il distretto e la domanda: ci sono troppi club nell’area fiorentina?) partecipazione ( mai stancarsi di venire) ed effettivo (meno numeroso di un tempo ma rinnovato e con rapporti più sereni).

E’ stato bello anche che venissero ricordati rotariani del passato come il prof. Ernesto Failla (1926-2014) la cui contrapposizione tra Rotary formale e Rotary reale è stata oggetto di una parte del dibattito.

Interventi di Tredici, Taddei Elmi, Antich, Tulini, Azzaroli, Cobisi, Enrico Fantini in un’atmosfera positiva che, diciamolo, fa bene a tutti.

Il maestro Cecioni da tempo si dedica con passione alla ricerca storica su Firenze, di cui l’Arno è una componente essenziale. Nata nei pressi di un importante guado, la città ha avuto sin dall’antichità romana un rapporto complesso, vitale e talvolta mortale, con il su o fiume. Nei secoli XIII e XIV il fiumicel che nasce in Falterona è ormai inglobato nella città, stretto tra gualchiere, mulini e pescaie, attraversato da diversi ponti e inquinato dall’industria della lana. Insieme con le forti piogge, la situazione ambientale diviene un terribile amplificatore della piena che il 3-4 novembre 1333 travolge la città.

E’ l’alluvione più disastrosa che si ricordi ma sarà anche uno dei momenti di ripartenza della vita cittadina poiché molte opere pubbliche dovettero essere ricostruite in seguito all’evento e la coscienza dei cittadini verso il rischio alluvioni formare nell’opinione pubblica una maggiore attenzione al fiume che tuttavia, ogni cent’anni circa, si è preso la responsabilità di ricordare la sua forza ai fiorentini. C’è una cabala sulle alluvioni: l’anno a doppia cifra (1333, 1844, 1966) e la data (fine ottobre-primi novembre) per cui anche noi moderni guardiamo con apprensione i prossimi anni. I fiorentini di oggi, però, sembrano più consapevoli e soprattutto – con la costruzione del lago di Bilancino e delle aree golenali lungo il corso del fiume – godere di infrastrutture difensive. Ma l’attenzione non deve calare, come insegna la storia che abbiamo ripercorso questa sera.

Di ritorno da poche ore dallo US Open, dove il tennis italiano ha scritto una nuova pagina della sua rigogliosa storia, Ubaldo Scanagatta ha ricordato la sua passione per il tennis che lo ha portato a seguire ad inviato centinaia di tornei. Tutto cominciò a Wimbledon – che ha seguito per 46 volte – nell’ormai 1974. Averlo saputo ci saremmo incontrati ma a quell’epoca chi scrive poté solo immaginare l’importanza del torneo vinto, per la cronaca, da Jimmy Connors dalla lettura dei giornali inglesi nei quali mi tuffai in quel mese tra giugno e luglio con la foga del neofita.

Esaurite le considerazioni personali è soprattutto l’incontro con i grandi campioni che fa la differenza nel racconto del tennis fatto da Scanagatta, sollecitato da numerosi interventi. E per ciascuno un preciso ritratto con la consapevolezza di quanto lo sport della racchetta sia cambiato per strumenti e velocità di esecuzione in questi anni. Sembrano campioni più fisici, quelli di oggi, a fronte degli estrosi giocatori del passato ma sempre umani e sensibili tanto da impegnarsi a favore di molte iniziative umanitarie e sociali, spesso in silenzio.

Anche il circolo fiorentino, della cui storia ha detto il nostro Giancarlo Taddei Elmi ha dato il suo contributo alle conoscenze di Ubaldo. Intanto perché si è formato qui, tennista, organizzatore, arbitro ma anche per aver avuto la fortuna di incontrare i campioni di oggi da ragazzi nel Torneo giovanile di Pasqua che tanto a dato al tennis moderno. Un esempio per tutti il Federer diciassettenne del 1998. E mentre l’opera di Ubaldo Scanagatta prosegue sul sito ubitennis.com da stasera siamo certi che a fianco ai risultati sportivi tutti ricorderanno anche il record umani dei campioni, persone, ha concluso il relatore, in cui è facile riconoscersi al di là delle nazionalità e delle rivalità.