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Rotarctiana e interactiana del Firenze Est, laureata in Scienze politiche, Deborah Lobascio, ha ricoperto importanti incarichi in aziende internazionali, dalla Philips alla Inditex. Decisiva, anche per il suo ritorno in Italia, la collaborazione con Roberto Cavalli. Recentemente scomparso, lo stilista, artista come l’ha definito meglio Deborah, è stato uno degli incontri più significativi della sua vita dal quale ha imparato moltissimo.

Sempre alla ricerca di nuove sfide professionali, la nostra relatrice ha poi accolto la richiesta del fratello di occuparsi della Pasticceria Cesare, del quale abbiamo assaggiato alcune prelibatezze. E’ stato un ritorno in una famiglia da sempre impegnata nei pubblici esercizi.

Tra le attività più personali il teatro, in particolare insegnarlo a bambini piccoli, già a 3-4 anni. E la più antica forma espressiva della creatività umana dà frutti eccezionali. Ma di questo, come ha detto la presidente Manetti, si riparlerà perché il legame del nostro Club col teatro è sempre in prima pagina

Claudia Caluori ha presentato nella tavola rotonda l’attività svolta e i significativi risultati raggiunti per quinta volta col corso di mediazione. Ha preso poi la parola Antich, che ha ringraziato quanti hanno collaborato al progetto. Quest’anno i corsi hanno avuto il patrocinio del Distretto del quale si spera possa esserci maggiore coinvolgimento. Era presente significativamente il Governatore incoming Pietro Belli col presidente della Commissione Pace Mario Fanfani. Antich ha spiegato il ruolo del mediatore e promotore di pace, aggiungendo che il Rotary stesso, per la sua terzietà, favorisce la cultura della mediazione dei conflitti.

Ha quindi preso la parola il Magg. della CRI Riccardo Toti che ha parlato delle leggi nate sin dall’800 per garantire sul campo di battaglia l’assistenza ai feriti e ai civili. Anche qui la terzietà della CRI, la sua neutralità dalle parti, consente di raggiungere risultati egregi nelle trattative di mediazione nei conflitti. Ha anche accennato alla validità delle azioni svolte dalla CRI in caso di calamità naturali. La Presidente Manetti ha ringraziato tutti i partecipanti all’attività congratulandosi per il lavoro svolto e ha quindi dato il via alla consegna degli attestati di partecipazione

In proseguimento, dopo il suono della campana al posto degli inni è stato proiettato il filmato relativo all’evento di confezionamento pasti del 23 marzo con Rise Against Hunger al quale il nostro club ha partecipato come club capofila con quattro soci e quattro soci del Rotaract. La Presidente ha sottolineato quanto sia importante agire e collaborare in amicizia tra i club per raggiungere per raggiungere obiettivi importanti quali quello dello scorso sabato.

Parola conclusiva a Kevin Donvito del nostro Rotaract, che ha brevemente presentato il suo progetto FUTURIA, un pacchetto di seminari e di laboratori sull’intelligenza artificiale. Seguendo le istruzioni del QR Code qui accanto si può accedere alla descrizione del progetto.

Ci sono comportamenti normali, mettersi o levarsi gli occhiali, che raramente consideriamo importanti. Non è così, specialmente quando avresti bisogno di un occhiale e non lo trovi, come accade, non perché li abbiamo nascosti da qualche parte ma semplicemente perché non ci sono. E’ il caso di nazioni in difficoltà, in Africa specialmente, dove volontari dei Lions li portano dopo un attento esame delle raccolte di occhiali vecchi che vengono svolte in Italia (a Firenze tramite il nostro Leonardo Tulini nel suo negozio di ottica) concentrati poi a Torino dove vengono ricostruiti, ripuliti, riadattati. Questa sera anche noi abbiamo contribuito.

Ma c’è di più: il dott. Roberto Volpe e l’istruttore Massimiliano Tagliati ci hanno condotto nel mondo degli sport per non- e ipo-vedenti che animano una parte importante del movimento paralimpico. Tramite le attività sportive, alcune delle quali affascinanti, come le immersioni, gli ipovedenti così come i ciechi apprendono a muoversi con fiducia verso le proprie capacità, assistiti ma solo per quanto necessario, recuperando autonomia e coscienza di sé, psicologicamente ma anche spazialmente. Non è un miracolo ma l’applicazione costante di tecniche ormai consolidate e di un profondo legame con gli istruttori e gli assistenti che ricevono a loro volta un grande senso di appartenenza a un’umanità che non si arrende.

La mafia, diceva il giudice Falcone, “è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà una fine”. Con questa speranza, nella giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, il Firenze Est ho ospitato tre testimonianze da Castelvetrano, dove la lunga latitanza del boss Matteo Messina Denaro ha coinciso con una lunga fase di oscura attività mafiosa.

Giacomo Di Girolamo, direttore della radio RMC101 riconoscendo che la mafia esiste ovunque ha sottolineato la specificità di quella italiana: sapersi pensare classe dirigente da sempre accanto al potere, in una società finisce per subirne i metodi. Per questo, orgogliosi delle scelte antimafia e degli strumenti giuridici esistenti, occorrono strumenti sociali, consapevolezza che ‘’no’’ può e deve esser detto.finisce per subirne i metodi. Per questo, orgogliosi delle scelte antimafia e degli strumenti giuridici esistenti, occorrono strumenti sociali, consapevolezza che ‘’no’’ può e deve esser detto.

Elena Ferraro sorella del nostro Giuseppe, dirigente di un’impresa sanitaria, ha lottato da Castelvetrano contro i soprusi della mafia presentatasi in un incontro improvviso, che voleva imporle un affare. Non c’è pizzo a Trapani, ha spiegato ma lavoro controllato. In pratica lei doveva diventare una macchina di produzione di fatture false per riciclare i denari della mafia e mantenerne il sistema. Rifiutò. Avvisò invece la polizia col cui aiuto, fu posto fine alle minacce.

Piccole scelte che portano a quelle grandi, ha ricordato con fermezza Elena che ripercorso la sua solitudine da quel primo incontro inquietante del 13 dicembre 2013. Non poteva parlare con nessuno ma lo Stato c’è e non è mai stata lasciata sola. Da qui la sua odierna conquistata libertà che non si stanca di raccontare poiché solo dall’educazione e dalla conoscenza può nascere il rifiuto della mafia.

E’ stato il caso di Giuseppe Cimarosa che ha raccontato la sua vita di parente del boss che grazie alla coraggiosa mamma e al cambiamento di vita del padre, imprenditore edile contagiato dalla mafia, ha rifiutato fin da piccolo la connivenza che purtroppo, ha detto, il territorio ha garantito, come fosse abituato alla criminalità organizzata, tanto da aver pianto (visibilmente sui social) il boss recentemente scomparso.

Le testimonianze che abbiamo ascoltato erano di tre persone normali, un giornalista, una dirigente d’azienda, un ippoterapeuta; persone diverse che desiderano fare solo la loro vita senza sottostare ai vincoli ambientali e familiari di una terra che va riscoprendo, con lentezza, talvolta, con fermezza, però, lo abbiamo visto questa sera

Risalendo la valle del Magra l’incontro con Pontremoli, avamposto toscano in una terra tra Emilia e Liguria che si estende da Montignoso al Passo della Cisa, è dei più rasserenanti: tempo splendido, tanti turisti ma calmi e l’atmosfera del barocco cui la giornata è dedicata attraendo visitatori in ville e palazzi normalmente non visibili. C’è tutta la ricchezza del nostro Paese e la gioia di una gastronomia (gli eterni testaroli) che non tradisce. Accolti dal RC Pontremoli al quale abbiamo restituito la visita autunnale a Firenze, abbiamo goduto della guida eccezionale dell’amico Andrea Baldini che dal Museo delle Steli in avanti ci ha regalato una full immersion nella storia della Lunigiana.

Fondato alla fine del 700 e da allora sempre condotto dalla famiglia a Pontassieve, il Salumificio Gerini SpA ha accolto la delegazione del Club in un tour completo della linea di produzione. Nella foto sotto la nostra socia Antonella Gerini illustra con un esperto collaboratore il taglio della carne, in questo caso bovina che insieme con i prodotti suini è predisposta per una vasta clientela loca e internazionale.

salumificio

Antonella ha ereditato la passione dal padre e insieme con la sorella Alessandra guida l’azienda della quale ha promosso anche nuovi prodotti (è recente la realizzazione di sughi) e un percorso di qualità totale mentre si preservava anche la bottega storica nel centro di Pontassieve dove tutto è cominciato tanti anni fa.

La degustazione ha riservato liete sorprese soprattutto ai palati toscani che vi hanno ritrovato sapori autentici della loro terra ma anche l’esperienza dei norcini umbri cui l’azienda si affida per alcune produzioni.

Antonella ci ha raccontato come il Salumificio Gerini muova all’anno due milioni e mezzo di chili di carne e produca circa cinquecentomila chili di salumi, tra cui quindicimila prosciutti. Il fatturato deriva per il 75% dal settore carni e per il 25% da quello dei salumi. Tra i prodotti di punta salsiccia, soprassata (la cui ricetta è la stessa dal 1700), la finocchiona, che recentemente ha acquisito anche il prestigioso riconoscimento IGP, la gota stagionata, che pare sia diventata di moda. Il prosciutto DOP Toscano nasce e viene stagionato a Pontassieve mentre il Norcia IGP viene stagionato vicino a Norcia, nello stabilimento di Todiano di Preci, di cui il Salumificio Gerini è socio fin dalla sua nascita. Anche il legame con Norcia affonda le sue radici nella storia, a quando “i norcini” – maghi nella lavorazione del maiale – venivano a lavorare d’inverno nella bottega di Pontassieve.Grazie ad Antonella e ad Alessandra un mezzogiorno davvero bello e confortante.