Il dott. Olderigo Fantacci, responsabile per Deloitte Italia dell'area Asia – Pacifico (nella foto durante il suo intervento al club) ha esposto i problemi strutturali dell’economia cinese, in un momento in cui le relazioni del governo comunista di Pechino col resto del mondo sono complicate da conflitti anche lontani che innervosiscono l’atteggiamento cinese generalmente improntato al massimo pragmatismo esterno unito alla necessità del gruppo dirigente verso la persistenza dell’assetto interno.
Secondo l’edizione italiana del ‘Quotidiano del Popolo’ (17.1.2025) nel 2024, nonostante un contesto caratterizzato da crescenti pressioni esterne e difficoltà interne, l'economia cinese ha mantenuto un andamento generalmente stabile, registrando progressi significativi. L'implementazione tempestiva di un pacchetto di politiche incrementali – scrive il giornale ufficiale del Partito Comunista Cinese - ha rafforzato la fiducia sociale e favorito una evidente ripresa economica, consentendo al Paese di raggiungere pienamente gli obiettivi principali di sviluppo economico e sociale, e di compiere nuovi passi avanti verso uno sviluppo di alta qualità. Secondo una stima preliminare, il PIL dell'intero anno ha raggiunto i 134.908,4 miliardi di yuan, con una crescita del 5,0% rispetto all'anno precedente, calcolata a prezzi costanti. Sarà vero? Perché sono grandi le difficoltà di comprensione della realtà della Cina continentale diretta dal Partito comunista di Mao, oggi di Xi Jinping, il dittatore che ha voluto inserire nella costituzione il proprio pensiero accanto a quello del fondatore. Un approccio pragmatico rende possibile vedere come la Cina comunista si sia trasformata nella fabbrica del mondo e i prodotti ad essa commissionata coprano gran parte delle esigenze di mercati anche lontanissimi integrati da prodotti cinesi, apprezzati in molte circostanze. Anche l’Italia del boom economico fu una grande fabbrica a buon mercato poi le cose cambiarono e così in altri Paesi che vissero il loro momento. Essi tuttavia avevano la grande risorsa della libertà, che ai cinesi del continente è negata.