anno 2023 2024      

 

Il caso-scuola della società “Fare Impresa Dozza (Fid)” che seleziona, forma ed assume detenuti, per poi ricollocarli una volta usciti dal carcere è stato l’argomento dell’intervento di Italo Giorgio Minguzzi, perfettamente a suo agio nel nostro Club che conosce anche da past-governatore del Distretto 2070. “Va sottolineata la valenza sociale e umana. Non è un progetto assistenziale, ma imprenditoriale” questo il succo del discorso del nostro relatore, presidente della società “Fare impresa Dozza” (Fid) una azienda meccanica che insegna il mestiere ai carcerati della Dozza, l’istituto di pena alle porte di Bologna.

La società nasce grazie all’impegno di tre imprese bolognesi (GD, IMA e Marchesini) che ne detengono ciascuna il 30%, e con la collaborazione della Fondazione Aldini-Valeriani, che possiede il restante 10%. Nell’officina, ricavata proprio dentro le mura della Dozza, inizialmente sono stati assunti 12 detenuti con condanna definitiva. Oggi sono 16.

I dipendenti vengono prima selezionati all’interno del carcere poi formati e accompagnati nel loro percorso da tutor competenti e infine assunti con contratti a tempo indeterminato, definiti con accordo sindacale, che partono dal giorno in cui finiscono di scontare la pena. Lavorano in officina 6 ore al giorno per 5 giorni alla settimana.

E’ un fatto, ha detto Minguzzi, che una volta usciti dal carcere, i lavoratori vengono anche ricollocati altrove, avendo nel frattempo acquisito le competenze necessarie per avere un curriculum di tutto rispetto. L’iniziativa non va letta solo nell’interesse del carcerato ma della società nel suo complesso. Un’esperienza d’eccellenza nel panorama nazionale. Lo dimostrano le tante richieste di assegnazione dei posti. Il dibattito ha permesso di approfondire, interventi di Fossi , Tonelli, Rogantini, Taddei Elmi.