anno 2023 2024      

 

Il prof. Lombardi, dopo molti anni di insegnamento della filosofia del diritto all’Università di Firenze e alla Cattolica di Milano, è approdato ad una ricerca personale e filosofica che egli stesso ha definito stare “sul crinale” tra Oriente e Occidente, in un’ottica di mistica laica che – dopo la controversa conclusione del suo rapporto con l’Università Cattolica - lo ha condotto a criticare la Chiesa e il Papa.

Peraltro fin dalla pubblicazione di Nulla, Terre. Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell’Oltre, Lombardi ha assunto una posizione critica nei confronti del cattolicesimo dirigendo la propria ricerca verso tecniche di meditazione tipiche delle filosofie orientali.

E qui il discorso si fa affascinante e interessantissimo tanto da far concludere la riunione oltre la mezzanotte con numerosi interventi (Azzaroli, Zerauschek, Tonelli, Soderi, Rodella, Tronfi, Failla, Sistini, Noci) articolati e di alto livello che hanno rivelato la passione filosofica (e politica) di molti nostri soci.

E ha “nitrito” il prof. Luigi Lombardi Vallari quando un socio ha nominato Silvio Berlusconi verso il quale il nostro relatore - che essendo nato a Roma il 4 aprile 1936 è coetaneo dell’ex-presidente del consiglio – non ha lesinato taglienti critiche, peraltro (ingenerosamente, consentitecelo) rivolte anche al suo cugino P. Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede e direttore della Radio Vaticana.

Il dibattito ha permesso così di esplorare, più che di capire, diversi punti di vista con un’intensità rara in tempi in cui l’ascolto dell’altro, l’accoglienza anche delle teorie più controverse, è difficile se non impossibile. Lombardi ha sottolineato il valore del silenzio nelle sue meditazioni (curioso che il tanto criticato Benedetto XVI abbia scelto il silenzio come chiave della prossima giornata mondiale delle comunicazioni sociali) e sostenuto con forza la sua scelta vegetariana invitando a quest’ultima anche il Rotary. E tuttavia non ha potuto dirsi felice, pur facendo meditazioni da trentacinque anni.

Restano così i dubbi dell’intellettuale e grandi spunti per personali considerazioni che ognuno potrà fare oltre alla gioia di molti ex-studenti di giurisprudenza che hanno rivisto il loro professore.