anno 2023 2024      

 

Con le note del Coro della Ruota (nel quale militano anche i nostri Azzaroli, Bozzalla Canaletto, Cigliana e Gheri) la riunione si è aperta nell’attesa del risultato di Italia-Germania vissuta con sobrietà attraverso un maxi-schermo posto sulla terrazza prospiciente il Centro Tecnico di Coverciano.

La storia del calcio, sottolineata dal presidente Taddei Elmi, si è sviluppata sotto i nostri occhi insieme con quella del Club cui Giancarlo ha dedicato un sintetico riassunto delle attività svolte nel 2011-2012 anche attraverso alcuni premi che hanno raggiunto diversi soci tra i quali ricordiamo l’amico Ambrosini per l’assiduità mentre le distinzioni PHF sono state assegnate a Carlo Rizzo (5 pietre blu) Paolo Penco e Rodolfo Cigliana (2 pietre blu) Antonio Gherdovich (1 pietra blu) Alberto Bartolini Salimbeni e Tiziana Missigoi (Diploma e PHF).

E’ stato quindi distribuito il Libro dell’Anno, questa volta dedicato ad un paragone tra anno rotariano e olimpiadi. Giancarlo Taddei, sportivo di lungo corso, ha rivisto le gioie delle grandi competizioni accomunate alle sue emozioni di presidente. Sono stati momenti di sereno coinvolgimento nella vita del Firenze Est che si appresta ad iniziare il suo quarantacinquesimo anno di esistenza, dimagrito nell’effettivo ma con armonia e dedizione come sono stati prova i numerosi servizi comunitari che Taddei Elmi ha ricordato.

Vinta la partita (2-1, era la semifinale che avrebbe portato l’Italia a Kiev dove purtroppo la Spagna ha battuto l’undici di Prandelli conquistando il Campionato Europeo per la seconda volta di fila) il presidente ha scherzato sul suo rammarico di lasciare l’incarico ma ha così potuto megliosottolineare la continuità di intenti e di speranze con il successore Luigi Cobisi.

Al passaggio del distintivo  i due presidenti hanno battuto la campana insieme, secondo la tradizione del Rotary.

Prima però c’è stato spazio per alcune parole che il presidente entrante ha rivolto ai presenti. La brevità del discorso ci permette di riportarlo per intero.


Cari amici,
l’anno che abbiamo di fronte, è inutile nascondercelo, non sarà facile.
C’è in giro, nel nostro Paese, come in tutta Europa, un senso di smarrimento che ci porta a dire: “E’ tutto inutile”. Da lì al rinchiudersi ciascuno nel proprio privato il passo è breve e altrettanto breve il successivo, quello dell’astio, della lotta senza quartiere, in breve della guerra. Il presidente internazionale Sakuji Tanaka ci invita al contrario alla pace attraverso il servizio, in primo luogo alla nostra comunità. Già la semplice partecipazione alle nostre riunioni sarà un modo concreto per non permettere all’incultura dello smontaggio sociale di privarci della speranza in una ripartenza ritrovando prima di tutto il piacevole appuntamento con le nostre riunioni. Vi siete accorti come contrassegnano le nostre settimane?
Sì, perché il fatto di incontrarci tutte le settimane sempre nello stesso giorno scandisce il nostro tempo in maniera diversa. La nostra riunione diventa così un evento importante, un’occasione per poter parlare semplicemente delle cose piccole quotidiane o per affrontare temi più complessi con l’aiuto di relatori sempre diversi. La riunione rotariana è un momento importante dove ci si arricchisce vicendevolmente.

Ritrovare la gioia di essere cercati, amati, chiamati per nome, dona una forza nuova, crea interessi e aiuta a superare le difficoltà.
E l’amicizia tra generazioni diverse è un dono che viene fatto alla nostra vita. Da giovane il mio pazientissimo papà era simpaticamente costretto ad assistere a quelle specialissime riunioni informali che si svolgevano sull’angolo di via dei Pucci e via dei Servi, nella piazzetta di San Michelino in Visdomini. C’ero anch’io, piccolo piccolo, ma soprattutto c’era il sindaco di una Firenze tanto diversa da quella di oggi, il prof. La Pira. Di quei pomeriggi ho ricordi confusi salvo la stanchezza di stare in piedi e la meraviglia di mio padre dinanzi al tempo che – apparentemente – il suo datore di lavoro, uno degli interlocutori più assidui di La Pira, gli faceva perdere. Non c’è qualcosa di rotariano in tutto questo? Cioè un’apparente perdita di tempo, sottratta ai doveri quotidiani?
E’ per questo che vorrei concludere leggendovi una frase che il sindaco di allora scrisse molti anni fa. Poiché nel suo insediamento, un anno fa, il mio predecessore Giancarlo Taddei Elmi lo ha citato, credo poterlo fare anch’io. E dunque scriveva La Pira: «Sull'orizzonte del tempo presente spunta, nonostante tutto, la speranza cristiana. Una delle ultime riprove si ha nel fiorire di santità laica. Noi incrociamo per le strade coloro che fra cent'anni saranno forse sugli altari: per le strade, nelle fabbriche, al Parlamento, nelle aule universitarie».
Cari amici, coloro che tra cent’anni saranno di esempio e consolazione agli uomini di allora sono anche qui tra noi.
Vi immaginate che guaio se ce li lasciassimo sfuggire noi che abbiamo la fortuna d’essere loro contemporanei?
E allora guardiamo con fiducia alla nuova annata e alla gioia dello stare insieme, premessa della vera pace cui tutti noi aspiriamo.
Auguri a tutti. (Luigi Cobisi, presidente 2012-2013)