Quando verso le 18 la riunione è iniziata al Palagio di Parte Guelfa la sala che accolse in Firenze Capitale il consiglio comunale ha visto una nuova assegnazione dei premi a Paolo Dario per la Scienza; l’Opificio delle Pietre Dure per la Cultura; la Fondazione arte della seta Lisio per l’Arte.
Ma in questo mondo tanto fiorentino, è apparsa, messaggio universale, l’italianità di Cristoforo Colombo che è stata descritta dal prof. Marco Biffi con la sua allocuzione Parole italiane per la scoperta di Cristoforo Colombo. Già, come parlava Colombo? I suoi scritti attestano italianismi ma restano in spagnolo anche se chiaramente espresso da uno straniero. Come è noto Colombo non ha lasciato scritti in italiano e quindi l’attenzione è stata rivolta a testi di altri, che alla scoperta facciano riferimento: in prima battuta alle traduzioni della famosa “Lettera della scoperta”, databile fra il febbraio e il marzo 1493, in cui Colombo, fermato da una tempesta a Lisbona, vuole trasmettere con una certa urgenza ai sovrani di Spagna e ai notabili della corte un riassunto del suo viaggio, e insieme una rassegna dei domini e delle ricchezze procurati. Ma la notizia fece anche il giro dell’Europa, in lettere di mercanti, diplomatici, banchieri e pertanto la “lingua italiana della scoperta” prende corpo anche in questi documenti. Proprio agli scritti che descrissero in modo concitato il rientro di Colombo dal suo primo viaggio, si deve ad esempio l’ingresso nella lingua italiana delle parole canoa e cannibali.
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E’ stato quindi il momento dei premiati, introdotti dal nostro Rodolfo Cigliana: nella foto sotto Elena Baistrocchi della Fondazione Liso, Marco Ciatti dell’Opificio delle Pietre Dure (con la mascherina) e il prof. Dario, che ricevendo il premio ha ricordato la sua lunga carriera nella robotica, da una ancora sconosciuta bio-ingegneria alla odierna materia più attiva delle scuole di ingegneria. Tutti i premiati hanno fatto cenno alle proprie radici, familiari e culturali. Sono attestazioni, come già prima aveva ricordato il prof. Biffi delle eccellenze italiane cui ha fatto riferimento anche la assessore Funaro, che ha aggiunto un forte plauso per il Rotary unendosi all’orgoglio del governatore Mari che ha riportato il Columbus al rilievo distrettuale che storicamente gli compete. Nella affollata cena, è arrivato – per un breve saluto – anche il presidente Giani, di ritorno da Bruxelles, segno ulteriore della vicinanza delle istituzioni nella sua lunga storia.
L’anno di nascita del “Premio Columbus” è il 1948. Fin all’inizio il premio ha assunto il duplice connotato, che conserva a tutt’oggi, della celebrazione della scoperta dell’America e del riconoscimento di alti meriti di illustri personalità che in ogni campo abbiano dimostrato lo stesso spirito di “Costruttori di civiltà” che animava il grande navigatore genovese. Anche la formula della cerimonia continua ad ispirarsi alla prima edizione anche se non si svolge da tempo in Palazzo Vecchio e quest’anno son mancate le caratteristiche chiarine, accanto al Gonfalone. La tradizione si interruppe nel 1976, il suo anno di nascita – ha detto l’assessore Funaro – ma nel 1982 il Past President del Rotary Club Firenze Est, Enzo Ferroni, già Magnifico Rettore dell’Università di Firenze, propose al club di riprenderla cosicché praticamente tutti i presenti possono dire di aver vissuto il Columbus per tutta la vita. Firenze, culla del Rinascimento e patria di Paolo Toscanelli, Giovanni da Verrazzano, Amerigo Vespucci e Giovanni da Empoli, disse l’allora presidente del Consiglio comunale Giani nel Premio 2012, continua ad ospitare un’iniziativa consona alla sua vocazione e alla sua storia.