Il confronto di questa sera ha coinvolto sia il livello club che quello distrettuale. Per quest’ultimo, il PDG A. Rispoli, presidente della commissione DEI del 2071 ha esposto gli obiettivi nell’ambito della cultura della diversità, dell’equità e della inclusività. La Commissione deve essere rivolta all’interno e all’esterno poiché la parola chiave è “Educare” alla capacità di unire persone di culture e stato sociale differenti.
E’ un problema importante per il Rotary dove il 5% dei soci lasciano abbandonano dopo 2 anni di affiliazione e il 10% dei soci entro 10 anni. Con una parola inglese retention (conservazione dell’effettivo, si sarebbe detto più chiaramente) è l’obietto DEI a livello interno. Verso l’esterno si è espresso con un esempio Andrea Pastorelli, amministratore delegato della Teach for Italy (Insegnare per l’Italia) organizzazione senza scopo di lucro, appartenente alla rete Teach for All in cui educatori e attori condividono l’obiettivo di contrastare le diseguaglianze educative .
Opera in oltre 60 paesi del mondo. In Italia coopera con i Ministeri dell’Istruzione e dell’Università e della Ricerca e opera con altri enti per costruire un movimento dedicato al contrasto delle diseguaglianze educative, purtroppo gravi nel nostro Paese. In particolare l’obiettivo di rafforzare la scuola pubblica è considerato prioritario poiché classe, scuola ed ecosistema educativo sono tre fondamenti necessari allo sviluppo della società. Testimonianze efficaci sono state offerte dalla dott.ssa Maddalena Meucci (fellow 2021-2023 di Teach for Italy) che ha descritto il piano/programma di fellowship.
In pratica Teach For Italy - Insegnare per l’Italia recluta e seleziona giovani talenti italiani per insegnare per un minimo di due anni in contesti dove le sfide legate alla povertà educativa sono maggiori, sostenendoli attraverso un programma di formazione professionale.
Nella nostra immagine il quadro dei rischi che si vogliono superare per migliorare l’istruzione in Italia. Secondo i dati esposti solo il 6% dei figli di non diplomati raggiungerà la laurea e il 65% resterà allo stesso livello dei genitori.
Un giovane ogni otto non finisce le superiori e sono tre milioni i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano né lavorano (cosiddetti NEET). Il divano e il telefonino rappresentano la combinazione del non far nulla. Con riferimento alla distribuzione geografica è il Sud quello con i numeri più preoccupanti, con l’Italia che risulta divisa in due macro blocchi (dati Eurostat 2020, giovani tra 15 e 24 anni): la zona centro-settentrionale, in linea o al di sotto della media europea (15%). E’ il caso della Toscana che sta al 13%. Purtroppo il Sud evidenzia una media di circa il 29%.
La situazione più pesante è in Sicilia dove il numero di NEET tra i 15 e i 24 anni è pari al 30,3%. La percentuale è invece è di poco inferiore in Calabria (28,4%) e in Campania (27,3%). In Toscana i NEET sono il 13% dei giovani tra 15 e 24 anni.Nella nostra immagine il quadro dei rischi che si vogliono superare per migliorare l’istruzione in Italia. Secondo i dati esposti solo il 6% dei figli di non diplomati raggiungerà la laurea e il 65% resterà allo stesso livello dei genitori.
Un giovane ogni otto non finisce le superiori e sono tre milioni i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano né lavorano (cosiddetti NEET). Il divano e il telefonino rappresentano la combinazione del non far nulla. Con riferimento alla distribuzione geografica è il Sud quello con i numeri più preoccupanti, con l’Italia che risulta divisa in due macro blocchi (dati Eurostat 2020, giovani tra 15 e 24 anni): la zona centro-settentrionale, in linea o al di sotto della media europea (15%). E’ il caso della Toscana che sta al 13%.
Purtroppo il Sud evidenzia una media di circa il 29%. La situazione più pesante è in Sicilia dove il numero di NEET tra i 15 e i 24 anni è pari al 30,3%. La percentuale è invece è di poco inferiore in Calabria (28,4%) e in Campania (27,3%). In Toscana i NEET sono il 13% dei giovani tra 15 e 24 anni.
La serata ha compreso anche un intervento a distanza da Arezzo da parte del vicesindaco Lucia Tanti, che è anche Direttrice della Fondazione per l’Arte Sacra Contemporanea di Firenze. La dott.ssa Tanti si è occupata di inclusione e disabilità, in particolare della collaborazione con l’Unione Italiana non vedenti con la quale è stata costruita un’opera d’arte fruibile da chi non vede. Con entusiasmo la dott.ssa Tanti ha invitato a diffondere le esperienze e garantire alla persone non vedenti il diritto al bello, al godimento dell’arte, del paesaggio artistico ed umanistico.