La conferenza di Vera Gheno è arrivata poco dopo la diffusione delle nuove pale che alcuni accademici della Crusca hanno adottato riprendendo una storica tradizione. E un faro davvero speciale ha acceso il presidente dell’accademia Marazzina che ha adottato un bel panorama piemontese (il Monviso con le pianure ardenti di grano) traversato dal freccia rossa che lo porta tanto rapidamente da Torino a Firenze. La lingua viaggia veloce sembra dirci il presidente della Crusca e la dott.ssa Gheno lo ha confermato: l’italiano si evolve e gode di ottima salute.
Vera Gheno ha un’esperienza speciale: vent’anni all’Accademia della Crusca poi con Zanichelli. Insegna all’Università di Firenze e molto letti sono i suoi libri, tra cui il recente Potere alle parole. Perché usarle meglio (Einaudi). Un titolo particolarmente fortunato con lo scopo di ricordare che "ognuno di noi è le parole che sceglie: conoscerne il significato saperle usare nel modo giusto e al momento giusto ci dà un potere enorme, forse il più grande di tutti". Un tema anche molto rotariano, come ha dimostrato il dibattito. Intervenuti Taddei Elmi, Tredici, Fioretto.
Vivo interesse per il frequente inserimento di parole inglesi nel discorso che la relatrice ha differenziato tra un uso corretto dei termini inglesi ove necessario e un uso fuori luogo in eccesso dei termini stessi spesso scritti e pronunciati non correttamente. Anche la mancata difesa dei termini italiani ha trovato una risposta: l’Accademia della Crusca non ha (fortunatamente) lo stesso potere di organismi similari all’estero e dunque registra, non rende ufficiali i termini tant’è che non esiste un vocabolario ufficiale in Italia.
L’italiano, insomma, è quello che parliamo noi e soprattutto quello che capiamo. Ne ha accennato anche Tonelli concludendo su alcuni termini usati impropriamente anche in politica magari con intenti manipolatori.