Come ha scritto Riccardo Bigi su Toscana Oggi Firenze ha accolto una nuova opera d’arte, il Gesù senzatetto, scultura bronzea dell’artista canadese Timothy Schmalz. La statua raffigura un senzatetto sdraiato su una panca: chi si siede accanto a lui scopre, dai segni delle stimmate, la sua vera identità. Una «traduzione visiva» del Vangelo di Matteo: «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
Significativa anche la collocazione scelta, all’ingresso della Badia Fiorentina: la chiesa dove Giorgio La Pira istituì la cosiddetta «Messa dei poveri» ancora oggi celebrata ogni domenica. Da lu nghi anni, la Badia è un luogo di ritrovo di tanti emarginati. Anche il giorno scelto non era casuale: il 9 gennaio è l'anniversario della nascita del «Sindaco santo».
L’artista ha regalato varie copie dell’opera a diverse città del mondo: una è stata collocata durante il Giubileo della Misericordia nel cortile di Sant’Egidio in Vaticano, un’altra si trova vicino all’abbazia di Westminster, a Londra. «Un giorno - ha raccontato l'autore dell'opera - ho visto un ammasso di coperte su una panchina: avvicinandomi ho visto che sotto c'era un uomo. Quel giorno ho visto in quell'uomo Gesù. Sono tornato allo studio e ho cercato di rappresentare quello che avevo sentito». Nella panchina c'è un posto libero per sedersi, in modo che chiunque può accostarsi alla figura sdraiata.
Il «Gesù senza tetto» è stato benedetto dal cardinale Giuseppe Betori. Prima dell'inaugurazione, nella Messa celebrata alla Badia Fiorentina, don Giovanni Momigli (direttore dell'Ufficio di pastorale sociale della Diocesi di Firenze) ha voluto ricordare che « Giorgio La Pira, il 20 luglio 1958, in uno dei suoi discorsi domenicali alla “Messa del Povero”, qui alla Badia Fiorentina, disse: «Dovete pregare anche per il governo, qualunque sia; se io fossi in Russia, io cristiano pregherei per Krusciov, pregherei Dio perché lo converta». Senza pensare, come dice Papa Francesco, che «la politica sia riservata solo ai governanti», perché «tutti siamo responsabili della vita della “città”, del bene comune», mentre si opera per affermare le ragioni sociali e politiche di una convivenza fondata su umanità e fraternità, dobbiamo davvero pregare per chi è chiamato a governare la comunità nazionale e quella locale».
Il Rotary Firenze Est si è unito alla manifestazione in una giornata fredda che ha ricordato a tutti le difficoltà della vita ma anche la gioia dello stare insieme in modo fattivo non cerimoniale