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L’art.50, la procedura che regola l’uscita di uno stato membro dall’Unione Europea, sembrava un caso di scuola che nessuno pensava usare, ha esordito il relatore ma il Referendum inglese, per certi versi provocatorio, ha costretto ad una trattativa complicata. Sullo sfondo grandi somme di denaro e un Paese indeciso, di fronte ad aziende che se ne vanno. L’Inghilterra è più sola e non più regina del suo impero, il suo governo colpito da una serie di dimissioni, gli accordi non a buon punto sono solo formulari. Uno scenario che sembra riecheggiare quello descritto dalla stampa internazionale che parla di caos Brexit e della possibilità di un contro-referendum. Intanto, però, rileva il nostro relatore, ci sono solo 6 mesi per chiudere la trattativa. Basteranno? Proroga? Nessuno può dirlo.

Il Regno Unito cerca nel frattempo di chiudere accordi separati bilaterali. Unanime, anche nel dibattito seguito all’intervento del prof. F. Tufarelli, la coscienza dei danni della Brexit a tutta Europa e che non ci sono alternative all'UE. Chi va da solo – riassume con crudo realismo il relatore - vien comprato. Basterebbe questo per comprendere che nell'ordinario l'Europa è un successo. E anche dall'euro non si esce... non ci sono le condizioni. Ma soprattutto da 73 anni c’è pace in Europa. Un pensiero che non ci dovrebbe mai abbandonare. Quanto agli inglesi le incertezze continueranno.