Il programma ci ha proposto un nuovo incontro con un’istituzione fiorentina di rilievo nazionale, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, rappresentato dal comandante col. Antonio Medica. E’ un ritorno, per certi versi, nel nostro club che ha avuto l’onore, nel 1992, di aver annoverato tra i propri soci il comandante dell’epoca, il col. Gianfranco Polidori, putroppo recentemente scomparso, guida dei soci di allora in una memorabile visita allo Stabilimento.
Sorto a Torino nel 1853 lo Stabilimento ha al suo attivo grandi successi nella fornitura di medicinali decisivi per la sopravvivenza della popolazione. Fu il chinino, realizzato dal 1900 sotto la guida di Carlo Martinotti, l’unico farmaco efficace nel contrasto della malaria, che all’epoca ancora infieriva sulle popolazioni di varie aree del Paese. Poiché il chinino veniva estratto dalla corteccia dell’albero della china, allora importata a caro prezzo, l’impegno di Martinotti introdusse nuove tecniche di lavorazione, compresa la realizzazione del chinino in compresse e dei cioccolatini al chinino per favorirne l’assunzione da parte dei bambini, dato il sapore amarissimo del principio attivo ma anche la conclusione di un accordo con l’Olanda per assicurare all’Italia la produzione di una piantagione in Indonesia, allora colonia dei Paesi Bassi. Sembra strano ma è ancora una “concorrenza” con l’Olanda, massimo produttore di derivati dalla cannabis, a fare dello Stabilimento l’unico autorizzato a produrre gli estratti necessari alla cura di numerose malattie.
L’organizzazione è presente a Firenze da quasi cent’anni ed continua a svolgere funzioni vitali per il nostro Paese, quali l’approvvigionamento di sangue e plasma e la produzione di farmaci cosiddetti orfani per le cure di importanti malattie, quali la malaria, non più prodotti dalle industrie farmaceutiche perché usciti di brevetto e pertanto non remunerativi. Ma chi ha fatto il militare ricorda anche il poderoso Cordiale e altri generi di conforto distribuiti alle truppe. E’istituzione seria ed indipendente che coinvolge personale civile e militare preparatissimo, l’unica di questo genere nel nostro Paese che – ha sottolineato il presidente Tonelli – in futuro potrebbe diventare indispensabile per la produzione di farmaci anche per altre realtà territoriali in difficoltà per il reperimento di farmaci salvavita. La peculiarità dell’Istituto è la lavorazione per campagne cioè producendo ciò che viene richiesto. Un’organizzazione sempre pronta all’emergenza e nella prevenzione come dimostra la partecipazione alla rete nazionale degli antidoti, i cui 20 depositi regionali sono garantiti dalla produzione dello Stabilimento essenziale nella presenza su tutto il territorio di farmaci indispensabili in caso di catastrofi naturali o indotte dall’uomo, come quelle di incidenti nucleari o causate dal terrorismo.
In questo quadro ci si attenderebbe che –a fianco dei finanziamenti – lo Stabilimento avesse un organico confacente al suo ruolo. Invece il turn over è decisamente negativo e rischia di far perdere professionalità e opportunità. Conferenze come quella che abbiamo ascoltato oggi devono far crescere la consapevolezza sull’importanza dell’Istituto e la necessità del suo sviluppo che – come ha ricordato la nostra M. Luisa Brandi – esplica la sua attività anche in collaborazione con l’Università attraverso il laboratorio “FirmoLab” ospitato nello Stabilimento per facilitare il percorso che va dalla ricerca alla produzione di nuovi farmaci per la terapia di malattie rare dell’osso con particolare riguardo ai disturbi della mineralizzazione.