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Docente di Scienza della politica all’Università di Siena, il prof. Cotta è intervenuto mentre i mezzi di informazione stavano cominciando ad esporre le motivazioni della sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale, segno di assoluta attualità del tema. Il prof. Cotta non ha proposto soluzioni preconfezionate giacché tutti i sistemi elettorali contengono “manipolazioni” interpretative della volontà popolare per trasformare i voti in seggi parlamentari e dunque in capacità di esprimere una maggioranza ed un governo per la nazione.

Il prof. Cotta ha ricordato come in Italia, dalla Costituente al 1993, si sia votato con il sistema proporzionale, trasferendosi al maggioritario con varie correzioni finché siamo giunti al dibattito attuale, nel quale sembra ritornare forte il favore del proporzionale. Il cammino delle leggi elettorali si intreccia con quello delle riforme costituzionali pur non facendo parte del testo della Costituzione, lasciando così al Parlamento di determinare le regole del gioco democratico, possibilmente in condivisione col maggior numero di forze politiche.

Nell’esperienza italiana, però, è stato frequente l’intervento di forze diverse: lo stesso corpo elettorale con i referendum (1993) oppure la Corte costituzionale (2017).

La varietà degli interventi è figlia della rilevanza dei sistemi elettorali per la conduzione dello Stato e dunque una materia da “maneggiare con cura” anche perché “i cambiamenti provocati da un nuovo sistema elettorale sono imprevisti”. In Italia lo abbiamo visto bene, ha concluso Cotta, ampliando il concetto di imprevedibilità dei versi sistemi che danno spesso risultati opposti a quelli attesi. Su queste riflessioni si è svolto un breve dibattito che ha aiutato a raccogliere le idee di ciascuno su un tema col quale, prima o poi, tutti ci confronteremo, matita copiativa alla mano.