La prima riunione dell’anno sembra riprendere, in prospettiva storica, il tema del legame con il mondo anglosassone trattato il 23 giugno in chiave politico-istituzionale da Marco Ricceri. Questa volta è un libro, il volume "A sentimental Journey. Inglesi e Americani a Firenze tra 800 e 900. I luoghi, le case, gli alberghi" (Firenze, Polistampa, 2013) ad essere stato riproposto dall’autore Claudio Paolini, storico dell’arte e funzionario della Sovrintendenza ai Monumenti di Firenze, per ricordare come molti inglesi e americani giunsero a Firenze nei due secoli passati per studiare l'arte e la letteratura italiana e trarre da queste ispirazione per la propria opera oppure attratti dal clima mite della città che si credeva adatto a curare le malattie polmonari o dalla bellezza delle colline circostanti.
Un ruolo deve averlo giocato anche il contenuto costo della vita che permetteva di soggiornare con agio in edifici ricchi di storia. Il libro rende omaggio a questa comunità e approfondisce alcune figure che hanno in modo rilevante inciso sulla storia fiorentina, soffermandosi in particolare sui luoghi che anno frequentato o abitato, così da legare i loro nomi alle strade, ai palazzi, alle case della città. Coem emerso anche dal dibattito non v’è dubbio che i motivi per “stare insieme”, di qua e di là della Manica (e dell’Atlantico) sopravanzano di gran lunga la contingenza politica attuale.