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L’11 febbraio 1929 venivano firmati i Patti lateranensi con cui si chiudeva la Questione romana tra la Santa Sede e lo Stato italiano. Nel 1984 il nuovo concordato tra Italia e Santa Sede ha innovato numerose parti della legislazione precedente aprendo poi la strada a ulteriori nuove normative.

Quando, tra il 1983 ed il 1987 (siamo nel periodo del Governo Craxi) il prof. Margiotta Broglio ha fatto parte delle commissioni governative per la revisione del Concordato e le altre norme collegate, la sua esperienza, ancor più rivista trent’anni dopo, è stata di rilevantissima importanza e, come testimone, egli si è proposto nella sua relazione di oggi sottoponendosi poi di buon grado alle domande dei presenti (Rogantini, Tredici, Azzaroli, Cancellieri, Peggy Villani, Fossi) molti dei quali sapevano che - a fianco dei politici – fu soprattutto la sua penna a scrivere materialmente le proposte italiane alla Santa Sede.

Come scrisse egli stesso in un saggio pubblicato una decina di anni fa dalla casa editrice Il Mulino: “Guardando al futuro si deve riconoscere che l’adeguamento dei Patti lateranensi alla Costituzione della Repubblica, concluso nel febbraio 1984 con quasi quarant’anni di ritardo, non poté non riflettere gli orientamenti diversi dei molti governi che vi si erano impegnati e le contraddizioni che avevano segnato il lunghissimo procedimento di riforma del Concordato, reso ancora più complesso dalla richiamata partecipazione del Parlamento alle diverse fasi della trattativa con la Santa Sede”. Ben si vede la delicatezza ma anche la soddisfazione dello studioso. Il Prof. Francesco Margiotta Broglio, ordinario di Storia e sistemi dei rapporti tra Stato e Chiesa alla Facoltà di Scienze politiche “Alfieri” dell’Università di Firenze e ha un’ampia esperienza internazionale.