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Due ringraziamenti da parte della presidente L. Cardinale hanno aperto la riunione. Il primo a chi si unirà alle donazioni alla Fondazione Rotary, in particolare al progetto EREY, che ha illustrato con l’aiuto di alcune presentazioni di significativo impatto .

Il secondo ringraziamento, per il lavoro svolto al Premio Columbus, con consegna di riconoscimenti, a Carlo Francini Vezzosi (presidente incoming del R.C. Firenze) e a Piero Germani (R.C. Firenze Sud).

E’ stata quindi la volta della relazione di Renzo Capitani e Lorenzo Contri.

Lorenzo ha esordito con una breve presentazione della VW, costituita nel 1937 per l’avvio del programma di mobilità privata attorno al progetto del maggiolino elaborato dall’Ing. Ferdinand Porsche. Ha poi ricordato che in Germania nel 1939 vi erano già 3.300 km di autostrade (mentre noi abbiamo inaugurato i 759 Km dell’Autostrada del Sole nel 1964 anche se deteniamo il record mondiale della prima autostrada, al Milano-Laghi, risalente ai primi anni venti). La crescita vorticosa della VW nel dopoguerra è stata trainata inizialmente dal Maggiolino, geniale prodotto caratterizzato da trazione posteriore, motore raffreddato ad aria e cilindri contrapposti per la massima affidabilità.

Oggi VW detiene dieci marchi importanti tra i quali Bentley ed i marchi italiani Lamborghini, Bugatti e Ducati, con un programma di investimenti nei marchi italiani (prima dello scandalo) di 1,4 miliardi di Euro entro il 2019. Ho evidenziato che il fatturato del gruppo ammontava ad 202 miliardi di Euro nell’esercizio 2014. Lo scandalo si è ripercosso sula VW abbattendo il titolo in borsa, provocando il declassamento del rating, causando passività non quantificabili ed ingenerando quindi dei problemi molto seri dal punto di vista finanziario con possibili ripercussioni anche sull’indotto italiano costituito da un valore delle forniture di circa 1,5 miliardi l’anno. Lorenzo Contri (nella foto a sinistra) ha anche esposto come la situazione sia in continua evoluzione ed addirittura stamattina si parlava di problemi sui diesel di tre litri commercializzati anche da Porsche.

E’ quindi intervenuto il Prof. Capitani  che con proiezione di alcune diapositive ha illustrato le modalità con le quali vengono svolti i test per i consumi che allo stato sono scarsamente rappresentativi di un reale utilizzo delle vetture. Il Prof. Capitani ha anche illustrato come il prodotto della combustione rappresentato dagli ossidi di azoto (NOx) fino ad oggi non era stato molto considerato e che adesso invece con i motori Euro 6 vi è un livello assai stringente degli stessi. Il Prof. Capitani ha spiegato come proprio sugli ossidi di azoto si sia concentrata l’attenzione dell’ETA statunitense, a parere dello stesso nell’ambito di una politica americana di ostilità al motore diesel che non ha negli Stati Uniti ed anche in altri stati quali il Giappone, alcuna diffusione. Secondo il Prof. Capitani la esclusiva di tecnologia avanzata sviluppata in Europa è mal vista negli Stati Uniti dove quasi tutte le auto sono a benzina. Sempre secondo il Prof. Capitani è stupefacente con VW di fronte ad un rischio così grosso di essere colti con le mani nella marmellata non abbia elaborato un piano “B”, brancolando in confusione ed in una incertezza disarmante.

Tornata la parola a Lorenzo Contri è stata affrontata la questione delle indagini amministrative (Antitrust per diffusione di pubblicità ingannevole e Motorizzazione Civile) evidenziando come il KBA, l’ufficio della motorizzazione tedesco presso il quale è stato compiuto il collaudo e l’omologazione dei veicoli VW, non abbia allo stato previsto alcuna sanzione. L’unica amministrazione che allo stato sembra possa irrogare sanzioni importanti è quella USA. Indagini penali sono invece in corso in Italia per truffa e frode in commercio, tutti in fase istruttoria, con possibilità del Ministero dell’Ambiente di costituirsi parte civile. Potrebbero inoltre prospettarsi delle azioni civili soprattutto tramite class action (azione collettiva). Approfondendo il tema l’avv. Contri ha piegato la grande differenza tra le class action italiane, storicamente ad oggi risultate per lo più infruttuose ed invece le class action americane che fanno leva sulla disponibilità delle giurie a liquidare somme elevate a titolo di punitive damages (danni, non ottenibili nei sistemi di diritto civile europeo) sulle quali i legali ottengono una grossa percentuale.

Nel dibattito, molto interessante e che ha condotto la riunione a terminare oltre i tempi previsti, come accade quando i temi trattati catalizzano l’attenzione dei presenti, sono intervenuti gli amici Tonelli, Taddei Elmi, Zerauschek , il dott. M. Brandini, il dott. G. Verità.