Per il prof. Margiotta, che nella sua lunga carriera al “Cesare Alfieri” ha insegnato storia e sistemi dei rapporti fra Stato e Chiesa, approfondendo le loro molte intersezioni, anche modernissime,non ci sono dubbi: è un Papa nuovo. E anche se in soli cento giorni di pontificato non si può certo giudicare la prospettiva storica dell’azione di Papa Francesco, il linguaggio, la comunicazione e le prime decisioni (IOR, Enciclica, vaiggio a Lampedusa, Codice penale) già denotano lo slancio con cui il vescovo giunto “dalla fine del mondo” ha affrontato il suo nuovo ministero.
Egli tuttavia non avrebbe potuto far nulla se non avesse raccolto il testimone da Benedetto XVI, l’uomo che con coraggio ha lasciato il pontificato divenendo il primo Papa emerito della storia. Il dibattito che è seguito (interventi di Taddei Elmi, Verità, Cobisi, Gheri, Tonelli, Fossi, Grilli, Scenarelli) ha permesso di valutare i diversi aspetti senza cadere troppo nell’attualismo che fatti ancora in corso inevitabilmente determinano ma anche di rivelare un’atmosfera di attesa per quanto ancora potremo vedere dal primo Papa gesuita della storia, un fatto, anche questo, che Margiotta ha commentato con vivacità sottolineando anche un effetto sorpresa poichè, nonostante nel Conclave del 2005 il card. Bergoglio fosse risultato il “primo dei non eletti” nessuno ne aveva previsto la scelta nel Conclave 2013.