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Rino Ambrosini, nostro Istrutore di Club, ci ha parlato di come la sensibilizzazione si esplichi su due linee parallele, la prima interessa il Club col fine di rendere i Soci più coscienti dei valori rotariani; la seconda è rivolta all’esterno del Club e mira a interessare gli altri alla conoscenza dei principi e dei programmi del Rotary.

Una filosofia che si basa sul concetto del fare, saper fare e far sapere.

Il Rotary è essenzialmente servizio che si svolge attraverso un’azione condivisa, coerente, credibile e continua.

Un servizio che mira al rinnovamento delle coscienze, capace d’ispirare un futuro migliore fondato sulla pace, la comprensione reciproca, l’amore e l’amicizia. 

Che cos’è il servire rotariano?

 

Servire, per noi, vuol dire uscire dal proprio egoismo, vuol dire avere coscienza che facciamo parte della stessa umanità nella quale ognuno ha bisogno dell’altro e ognuno può dare qualcosa al prossimo.

 

Un servizio, il nostro, che si nutre della disponibilità di ciascuno verso l’altro ed è alimentato con l’entusiasmo e le motivazioni che spingono i Soci ad operare (e non solo a parlare) per il bene comune, mettendo a disposizione della comunità le proprie capacità e qualità professionali.

 

Il nostro è, perciò, un servizio pragmatico, cioè contestualizzato ai problemi e ai bisogni della società in cui viviamo e operiamo, un servizio che c’invita a interessarci delle nostre comunità partecipando alla vita sociale delle stesse.

Servire la comunità significa anche interagire, attraverso il principio della sussidiarietà, con le Istituzioni pubbliche; non per sostituirci ad esse, ma per collaborare con loro oppure per esser loro di pungolo a operare per il bene comune.

I nostri progetti di servizio, realizzati mettendo in campo i nostri talenti, devono interessarsi ai temi d’importanza pubblica predominanti ed essenziali, tra i quali cito, a puro titolo d’esempio, quelli:

  • delle libertà civili;
  • dei diritti e dei doveri umani;
  • della sicurezza del cittadino;
  • dell’integrazione degli extracomunitari e dei diversi;
  • del rispetto dell’altro attraverso la difesa della dignità di tutti e quindi di ciascuno;
  • dello sviluppo della cultura della meritocrazia.

 

Il Rotariano vuole e deve porre attenzione:

  • al rispetto delle regole;
  • alla solidarietà quale veicolo di pace;
  • ai bisogni delle fasce deboli, ma anche e soprattutto ai problemi e ai disagi delle nuove generazioni che rappresentano il futuro nostro e della società. (5a Via d’Azione).

 

I dibattiti su questi temi non devono essere fine a se stessi, ma devono essere tramutati in proposte organiche da prospettare alla società e alle istituzioni competenti; solo in tal modo il Rotary potrà essere organo propulsore, ruota di trasmissione di utilissimi fermenti operativi; solo così  il Rotary riuscirà a fare opinione e a essere apprezzato nella comunità.

Così operando noi rotariani non faremo altro che seguire l’insegnamento che ci è stato indicato dal nostro fondatore  Paul Harris nel libro “La mia strada verso il Rotary”, là dove scrive:

“… Così come nessun individuo che si sottrae al servizio della comunità può proclamarsi, a buon diritto, un cittadino completo, così un Club Rotary che è indifferente al benessere della città in cui si trova, mostra la misura della propria incompletezza”.

 

Dobbiamo operare per sviluppare, assieme all’etica della responsabilità, anche un’etica civile che veda vivere ogni uomo con umana dignità senza subire le prevaricazioni ed il sopruso di nessuno.

Parlo di quell’etica che, come ha detto il nostro carissimo quanto prezioso socio, il professor Ernesto Failla, “porta all’affermazione

del bene;

del giusto;

della virtù;

della libertà e

del dovere in riferimento all’uomo, visto non solo nella sua individualità, ma nella collettività”.

 

Il servizio rotariano c’impegna, anche, ad operare per favorire una “limpida giusta e corretta arte di governare”.

 

Come?

 

Essendo d’esempio e parlando di etica:

  • agli imprenditori,
  • al mondo del lavoro,
  • ai giovani,
  • agli amministratori e
  • ai rappresentanti delle istituzioni.

 

Si tratta di tradurre in realtà i nostri ideali e di realizzare i nostri sogni attraverso un’azione costante che coinvolga tutto il mondo rotariano.

 

E’ TEMPO DI FAR PRIMEGGIARE LA “CULTURA DEL FARE”

che rappresenta il fine ultimo dell’impegno etico – rotariano.

 

Non del fare inteso nella sua grezza materialità, ma del fare illuminato dai nostri valori, dai nostri principi e dai nostri ideali.

 

Se vogliamo contribuire, realmente, al miglioramento della condizione umana, dobbiamo

“effondere, nella società che ci circonda, i nostri valori e il concetto del servire inteso come propulsore ideale di ogni attività finalizzata al progresso dell’uomo”.

 

La responsabilità di affiliazione a questa nostra nobile associazione ci richiede questa testimonianza che potremo e dovremo dimostrare impegnando parte del nostro scarso e prezioso tempo libero in quello che da qualche parte è stato definito l’apostolato laico del Rotary, per incidere e contagiare una società permeata

  • dall’indifferenza,
  • dall’incomprensione,
  • dalla incomunicabilità e
  • dall’intolleranza reciproca.

 

Amici cari, se è vero che la platea sociale dei Rotary Club è costituita dal fior fiore della classe dirigente della propria comunità, allora i rotariani devono sentire la necessità di misurarsi con la società e diventare forza viva e operante all’interno della società stessa.

Il Rotary del 2° centenario deve interagire con l’attuale società, guidarla ed eventualmente correggerla;

Il Rotary del secondo centenario deve coniugare alla convivialità salottiera e alle conferenze accademiche, l’azione operativa e concreta: occorre prendere consapevolezza che il Rotary deve sempre più operare attivamente all’interno del contesto sociale, coerentemente con i propri ideali attualizzati agli orizzonti dell’oggi e del domani.

 

“La funzione del Rotary deve essere realistica, cioè determinata dalle esigenze della società; sarebbe diversamente un’accademia d’illusione e di vanità”.

 

Il nostro impegno di servizio, partendo dal club e guardando alla propria comunità, deve estendersi all’intera umanità.

 

Nel 1917, il 6° Presidente del R.I. - (Arch C. Klumph) - definito da Paul Harris il costruttore del Rotary –, diede vita alla nostra Fondazione imprimendo una svolta storica al servire rotariano.

Nata per “Fare un po’ di bene al mondo”, pur oggetto delle recenti polemiche di cui ben sappiamo, la sua missione ha affiancato e sostenuto il Rotary International nella realizzazione del suo Scopo, per:

  • costruire un mondo migliore;
  • migliorare le condizioni di salute;
  • alleviare la fame e favorire lo sviluppo umano e sociale;
  • ed infine come mezzo per promuovere l’intesa, la tolleranza e la pace nel mondo.

 

L’azione umanitaria di maggiore visibilità e prestigio portata avanti dai rotariani è il Programma Polio Plus. L’apposita commissione distrettuale di cui mi onoro far parte, lavora al riguardo,….. alacremente.

 

La grande campagna Polioplus, iniziata nel 1985, rappresenta la più ambiziosa iniziativa sanitaria che sia mai stata intrapresa da un’organizzazione privata.

Essa è la più grande realizzazione del Rotary: oltre 2 miliardi di bambini vaccinati e un impegno del Rotary di circa 700 milioni di dollari.

 

 Bill Gates, al riguardo, ha detto: “Quando il Rotary intraprese la campagna antipolio, la maggior parte della gente pensava che le organizzazioni di volontariato si occupassero d’iniziative di quartiere, non certo di ambiziosi progetti internazionali, oserei dire planetari.

Il Rotary ha cambiato radicalmente questo modo di pensare, e così facendo ci ha ricordato che non esiste problema umano tanto grande da non poter essere affrontato e risolto”.

 

Paul Harris, il nostro Fondatore, più di cento anni fa, ci ha chiamato all’impegno di operare per un mondo a misura d’uomo, un mondo dove, in modo pacifico, in una terra abitabile ed amica, governata da istituzioni efficienti e umane allo stesso tempo, si promuova un’esistenza felice e piena di ciascun uomo e di tutti gli uomini.

 

Un obiettivo non facile:

  • per la grande diversità socio-economica, tuttora esistente, in cui si dibatte la società;
  • per la precarietà di sopravvivenza per i tre quarti dell'umanità;
  • per l’analfabetismo di almeno la metà;
  • per la grande disoccupazione;
  • per l’illegalità diffusa;
  • per il terrorismo;
  • per i tanti focolai di guerre e guerriglie;
  • per i problemi ambientali e climatici;

e chi più ne ha più ne metta!

 

Paul Harris sapeva, però, di rivolgersi a uomini di buona volontà che hanno un cuore che si entusiasma e che sono pronti a dare senza che alcunché sia richiesto loro.

Uomini che, con determinazione, sognano di realizzare un’umanità più giusta, meno assetata, più sana e meno affamata, ove si è apprezzati non per quello che si ha ma per quello che si è e si fa, con amore, verso gli altri.

 

 Giovanni Paolo II, riferendosi al Rotary, ebbe a dire che

“Il nobile ideale del “servire rotariano” invita quelli che contano di più a sentirsi responsabili dei più deboli e, anziché chiudersi egoisticamente nella difesa dei propri interessi particolari, ad impegnarsi concretamente nella promozione del bene di tutti”.

 

La magia del Rotary consiste nel motivare i rotariani che sono uomini comuni dotati di entusiasmo. Le persone comuni, infatti, sono in grado di raggiungere obiettivi superiori alle loro potenzialità se è data loro l’opportunità e se sono stimolate e motivate a dare il meglio di se stesse.

 

Il Rotary, attraverso la sua filosofia dell’altruismo ed i suoi progetti rivolti al bene comune,  deve determinare nei soci, così come lo determina, un coinvolgimento emotivo che li spinge ad operare per il bene dei più deboli.

 

Ma perché nel Rotary parliamo così tanto di entusiasmo?

 

Ch’e cos’è questo entusiasmo?

 

L’entusiasmo è quella forza che risiede in ciascuno di noi e che occorre far venir fuori rimuovendo, se del caso, gli ostacoli che le impediscono di manifestarsi.

 

L'entusiasmo è il fuoco interiore che ci spinge all’azione per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissi.

 

L'entusiasmo è fiducia:

  • fiducia nella vita,
  • fiducia nelle nostre capacità,
  • fiducia nella convinzione di incontrare sempre nuove ed affascinanti opportunità nell'uomo.

 

L’entusiasmo è il carburante dei rotariani.

 

L'entusiasmo non ha età, non ha sesso.

 

Gli entusiasti sono sempre giovani!

 

Suscitiamo, dunque, entusiasmo nel nostro club;

 

Come?

  • facendo partecipare i Rotariani alle iniziative,
  • diffondendo largamente le azioni di sviluppo realizzate nel mondo,
  • programmando progetti realizzabili ed in grado di mobilitare l’interesse e suscitare le adesioni di tutti.

 

Il Rotary diventa così, per chi ci crede e lo vive con entusiasmo,

  • un modello di vita,
  • uno stile di vita,
  • una filosofia di vita!

 

Saremo degni successori dei nostri fondatori se alimenteremo il nostro spirito di servizio con un forte entusiasmo e le giuste motivazioni, promuovendo l’alleanza fra il cuore e la ragione e rispondendo alla generosità dell’animo con la prontezza dell’intelletto.

 

“Il senso della nostra vita sta nel senso che le avremo dato: nella densità che la ricerca costante di più verità, di più libertà, di più giustizia e solidarietà le avrà procurato.

Lamentarsi senza reagire, criticare senza fare, è rinunciare ad essere fecondi.

E’ col nostro impegno che anche noi contribuiremo ad essere il sale della terra”.

 

Un’utopia?

 

…..può essere.

 

Victor Hugo, cari amiche e cari amici, sosteneva che: “L’utopia è la verità di domani”;

 

Di ciò, noi rotariani, potremo essere certi almeno fino a quando nei nostri clubs ci saranno persone  capaci di

  • scuotere le coscienze sopite,
  • di operare per dare un futuro migliore ai nostri giovani e
  • creare una società che sappia conciliare, armonicamente, le aspirazioni di ogni individuo con quelle della collettività.

 

Or bene, per concludere, permettetemi di abusare ancora un po’ oltre della vostra pazienza.

 

Vi proietterò, come già anticipatovi, un file Power Point che ai più potrebbe apparire utopico.

 

E’ un Power Point  a me caro,  realizzato  dal mio caro amico Silvano Bettini, grande rotariano del R. C. Valle del Savio, che ringrazio pubblicamente per la Sua sempre squisita disponibilità.

 

Questo Power Point fu proiettato per la prima volta all’assemblea dell’anno in cui fu Governatore l’indimenticabile Gianni Bassi, lo stesso anno in cui Marco ed io avemmo l’onore di servire il Rotary quali Presidenti di due distinti Rotary Club dell’Area Medicea, Lui il “Firenze Est” ed io il “Firenze Bisenzio”.