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C’è un tempo per ogni cosa. Così il presidente Cobisi ha sottolineato il valore rotariano della nostra visita ad Arezzo: “un tempo per il lavoro, un tempo libero e un tempo intermedio, quello del servizio, della conoscenza, della comunicazione con quanti ci circondano” e a questo “tempo intermedio” il Rotary si dedica cercando di ampliare gli orizzonti anche verso una città vicina ma che – nell’attuale era dell’alta velocità – rimane un po’ discosta dagli altri “tempi” della vita.

La visita alla Casa Vasari ad Arezzo, preceduta dalla passeggiata tra alcune delle più belle chiese della città, in primo luogo per l’ammirazione della Leggenda della vera croce di Piero della Francesca, è stata guidata dal console del TCI dott. Vezio Manneschi, direttore generale della Banca Federico Del Vecchio SpA alla cui ospitalità dobbiamo la sosta della meridiana nella Casa museo di Ivan Bruschi. E’ in quel contesto unico di arte e socialità che il Paolo Schiatti, direttore della rivista “Etruria Oggi” ha tenuto la sua conversazione sul “ Mecenatismo moderno” .
Mecenatismo in Arezzo ha un significato particolare perché proprio il grande protettore delle arti di Roma Antica, Mecenate, era nato nell’allora Arretium. Ma il mecenatismo è soprattutto contatto e condivisione con la realtà del territorio cui, nell’esempio della Banca Popolare dell’Etruria, fanno riferimento 62.000 soci. Una condivisione che richiede interventi generali o specifiche azioni talvolta di lunga e difficile realizzazione come nel caso degli affreschi di Piero della Francesca, il cui restauro è durato 15 anni, cioè molto di più di quanto occorse all’artista per dipingerlo!

Giornata splendida di sole, animata dalla fiera antiquaria in corso ad Arezzo. Un vivo ringraziamento ai nostri ospiti e al Gruppo Etruria. Nella foto (SM) i nostri soci e ospiti durante la visita.

Con questa riunione si è conclusa la doppia visita vasariana iniziata a Firenze la settimana prima con la sala delle Arti della casa di Giorgio Vasari in Borgo Santa Croce, gioiello della nostra città rimasto per decenni dimenticato in un palazzo via via adattato alla vita quotidiana e nel quale rischiava di non potersi più leggere la presenza del grande artista e biografo del Rinascimento e che, finalmente, dopo il 2005, è stato possibile, grazie ad un intervento dell’Ente Cassa di Risparmio, procedere ad un adeguato restauro e affidarne la cura alla Fondazione Horne.