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Prima meridiana dell’anno ospitata all’Hotel Minerva per indisponibilità del Mediterraneo. In apertura di riunione il presidente Cobisi ha consegnato a Tiziano Chiappini storico prefetto e quest’anno consigliere all’azione interna, il PHF con un pietra mentre il past-president Giancarlo Taddei Elmi lo ha conferito (PHF con due pietre) a Paolo Penco per la sua attività nell’anno appena trascorso.

Il nostro relatore, lo scrittore e giornalista Enrico Nistri, ha parlato delle occasioni perdute da Firenze dopo la partenza della capitale per Roma (1871). Molta attenzione è stata dedicata ai trasporti, dal nastro ferroviario che divide la città ai progetti mai compiuti di metropolitana ed aeroporto fino ai sottopassaggi mai costruiti in viale Mazzini e alla galleria che dalla zona di Piazza Leopoldo avrebbe condotto a Careggi.

Ma è soprattutto la Firenze industriale e artigiana quella che ha sofferto di più delle numerose occasioni perse per l’incertezza della politica come per certi intellettualismi e per le lotte intorno ai diversi campanili di cui la nostra terra abbonda.

Non è però stata una relazione pessimista.  Al contrario Enrico Nistri ha messo in luce come Firenze continui a mantenere un ruolo decisivo in Italia, nonostante tutto e ciò grazie alla fantasia dei suoi abitanti e alla posizione centrale nel Paese che potrebbe, da sola, farne

 

uno studio del prof. Piero Innocenti, indimenticabile geografo dell’economia, che ne aveva immaginato lo sviluppo trent’anni fa in uno studio che le ricerche di Nistri hanno riproposto all’attenzione dei presenti.

Il documentato intervento è stato seguito da un breve dibattito con domande, tra gli altri, di Rogantini, Savio, Azzaroli della penisola come immaginava la City