Nella sua lettera di novembre, mese dedicato alla Fondazione Rotary, il governatore Pagliarani racconta che “durante le visite ai club, se pur abbastanza raramente, da qualche socio che mi guarda con gli occhi furbescamente inquisitori, mi sento chiedere: “Ma la Rotary Foundation...” Lo interrompo con una domanda a mia volta: “Illustrami come e cosa sarebbe il Rotary senza la sua Fondazione”.
Senza la Rotary Foundation probabilmente saremmo solo una associazione benefica, meno progettuale e meno internazionale, e la conversazione termina concordando che la dovremmo conoscere ed usare di più per non perdere la capacità di ideare, di ricercare, di fare e non solo di finanziare. Mi è capitato, in un paese arabo dalle tradizioni antiche che noi abbiamo abbandonato non molti anni fa, di vedere i poveri che bussano alla porta, in un giorno fisso della settimana, si mettono in fila ed attendono l’elemosina. Questo gesto rituale, li sfama per un giorno e per molti di loro è la sola risorsa. Un fatto positivo, senza dubbio, ma il Rotary ci chiede non di donare un pesce, che sfama per un giorno, ma di insegnare a pescare, per poter mangiare tutti i giorni e diventare un pescatore. La Fondazione, il cui nome esatto è “The Rotary Foundation of Rotary International”, appartiene al Rotary International, che è l'associazione di tutti i nostri Club sparsi per il mondo, ma pur essendo di tutti i Club, a volte viene percepita come una realtà lontana, ma è nostra. Essa non finanzia progetti suoi, ma solo programmi e progetti nostri, proposti da Club o da Distretti, quindi ideati e decisi da noi e, a maggior ragione, dovremmo sentirla come la nostra fabbrica dei sogni.”
Con l’aiuto dei nostri amici Letizia Cardinale e Federico Antich il Club ha approfondito oggi alcune tematiche del funzionamento concreto della fondazione proprio perché sia vicina a tutti e si accresca l’aiuto diretto dei soci alle sue iniziative che sono iniziative di tutti noi, come dimostra l’impegno mondiale per l’eradicazione della polio.
2 novembre 2011 – Commemorazione dei soci defunti
Nell’oratorio della Misericordia, la Santa Messa, come tradizione molto partecipata (ricordiamo tra i presenti, col presidente Taddei Elmi e la signora Cecilia, i soci Brunelli, Cioni, Ristori, Rizzo con le gentili consorti; Cardini, Cigliana, Cobisi, Fossi, Gherdovich, Petrocchi, Rogantini e le signore Pagnini e Zardo) sono stati ricordati i nostri amici scomparsi e in particolare quelli mancati nell’ultimo anno, ricordati nella preghiera dei fedeli con queste parole, lette dal vostro cronista:
- Gianni Bassi, governatore del nostro distretto nell’anno 2007-2008, è mancato immediatamente dopo il congresso distrettuale di Livorno. Ingegnere, dirigente industriale, rotariano attivo e di grande esperienza, Gianni Bassi ha lasciato un vuoto incolmabile in tutta la nostra comunità.
- Dante Belardinelli, socio del club da oltre trenta anni, aveva vissuto con coraggio la terribile esperienza di un rapimento, riprendendo poi l’attività imprenditoriale creata con passione e idee nuove, oggi affidata ai suoi familiari cui ha trasmesso capacità e impegno.
- Augusto Cesati, socio onorario, più volte segretario e tesoriere del nostro Club, libraio ed editore appassionato. Aveva trovato a Firenze l’ambiente culturale ideale per la sua attività e portato la sua concretezza lombarda nel lavoro e nel Rotary, in particolare nell’organizzazione del Premio Columbus.
- Giovanni Dorin, socio del club per oltre quaranta anni, ingegnere, imprenditore illuminato e lungimirante. Ha saputo trasmettere a ormai tre generazioni seguenti la sua passione per l’innovazione.
Nell’omelia P. Umberto Rufino, rotariano, ha sottolineato il valore dell’amicizia tra gli uomini e l’esempio di quanti ci hanno preceduto, trattenendosi poi alla fine della Messa con i presenti per la preghiera del rotariano.