La presenza di molti soci e familiari è stata segno tangibile della solidarietà che la ricorrenza dei defunti solleva. La Basilica di San Salvatore al Monte (foto a destar) è un luogo molto caro a tutti i fiorentini, anche per la vicinanza col Cimitero monumentale della città e per la comunità monastica che vi risiede.
Fra Michele lo ha sottolineato nel suo intervento dopo la visita del monastero nel quale la vicinanza al Signore è particolarmente sensibile. E’ qui che negli ultimi anni la Provincia Toscana dei Frati Minori ha deciso di potenziare la sua presenza per l'opera di evangelizzazione e qui stanno ora i frati dediti alla predicazione delle Missioni al popolo, il Centro Missionario Francescano che mantiene i contatti con i frati missionari all'estero e il Commissariato di Terra Santa. La Chiesa ospita anche (sull’ingresso sud) una vetrata restaurata dal nostro Club nel 1977 come attesta una lapide.
Durante la Messa celebrata da Frà Sandro Celli sono state eseguite dall’organista Prof.ssa Ughetta Fagioli Poggiolini e cantate da Edit Konczili brani di Fouré (Pie Jesus) Hendel (O mio Signore) Gounod (Ave Maria) Morione (Gabriel’s Oboe) . Su richiesta del presidente Giampaolo Ristori, è toccato all’amico Luigi Cobisi, prima della conclusione della Messa, rivolgere ai presenti un pensiero sulla ricorrenza. Ne riportiamo il testo
Nell’anno trascorso il Rotary Club Firenze Est non ha subito perdite. Un anno fa, invece, ricorderete che lamentavamo la vicinissima scomparsa dell’amico Federico Zardo. Egli apparteneva a quella generazione prossima ai fondatori del Club e che per noi rappresentava il gruppo dei padri, dei fratelli maggiori, per qualcuno dei nonni. E’ a loro che nei momenti difficili volgiamo il pensiero domandandoci come o cosa avrebbero fatto in determinate situazioni.Ecco perché la ricorrenza odierna ci riporta a Federico e agli amici del suo tempo, che solo in parte è stato il nostro ma dal quale non possiamo prescindere. Alcuni avrebbero compiuto quest’anno novant’anni: Giorgio Banchi, Guido Boldrini, Franco Bonaiuti, Carlo Enrico Rivolta, Renato Rosselli, Lamberto Ariani.E’ la stessa età che avrebbe oggi anche il campione di tutta quella generazione cristiana: il Santo Padre Giovanni Paolo II. Nel 2000, in occasione del grande giubileo, il Papa si pose anch’egli in spirituale vicinanza a quanti ci hanno preceduto nel Rotary e parlando a nostri amici giunti a Roma disse: “Sarebbe certamente interessante domandarsi che cosa Paul Percy Harris, il vostro fondatore, farebbe oggi e come imposterebbe l'Associazione da lui avviata quasi cento anni or sono. Agli albori del novecento, egli si rese conto della solitudine che provava l'uomo nelle grandi città e cercò di rimediarvi sviluppando mediante il Rotary una rete sempre più ampia di relazioni amichevoli fra le persone sulla base della comprensione, dell'intesa e della pace fra i popoli”. “Il momento che stiamo ora vivendo – disse ancora Giovanni Paolo II - è carico di potenzialità e di sfide. Mentre varchiamo la soglia del terzo millennio dell'era cristiana, la Chiesa ripropone a tutti il messaggio antico e sempre nuovo del Vangelo. Anche voi, Rotariani che volete essere di Cristo generosi araldi e intrepidi testimoni, impegnatevi a dare speranza all'uomo di oggi, a sconfiggere la solitudine, l'indifferenza, l'egoismo ed il male.” Nell’unirci ora alla preghiera per ricordare i nostri fratelli nella fede e amici nella vita cerchiamo di rappresentare anche coloro che avrebbero senz’altro voluto esser qui con noi se la malattia o altri problemi della vita non lo impedisse loro. Permettetemi di pensare in particolare a Nino. Ciascuno, nel silenzio della preghiera o della riflessione personale, può aggiungere altri nomi. Faremo più grande e più unita la nostra assemblea.
Il presidente ha quindi letto la Preghiera del rotariano chiedendo a tutti di unirsi con lui nella recita.