Nell’ambito delle manifestazioni per il Premio Columbus il Firenze Est ha accolto gli amici del R.C. Fiesole per parlare dell’opera di Frank Lloyd Wright cui Fiesole, dove l’architetto ha soggiornato nella sua vita, ha dedicato una mostra nell’anno del centenario.
La mostra ha unito anche l’intenzione di una riflessione su questo periodo poco conosciuto della vita del grande architetto americano, giunto in Europa deciso a dare una svolta alla sua vita personale. Un ulteriore obiettivo – scrivono il presidente del R.C. Fiesole Mauro Piattoli e la Presidente dell’Inner Wheel Firenze Medicea Roberta Bencini - è stato quello di mettere in evidenza come il soggiorno in Europa e soprattutto a Firenze abbia costituito un elemento fondamentale per la successiva evoluzione del suo linguaggio artistico. Il Rotary di Fiesole e l’Inner Wheel Firenze Medicea si sono fatti promotori di questo progetto presso l’amministrazione comunale che ha appoggiato da subito l’idea sostenuta poi dal console generale degli Stati Uniti a Firenze, Mary Ellen Countryman. Negli Stati Uniti, la visita della casa e dello studio, dove si sono avvicendate tante generazioni di giovani architetti, è stata un’esperienza indimenticabile per i nostri relatori e indimenticabile è stata la sensazione provata nel vedere per la prima volta la sagoma di Taliesin, luogo magico, dove nonostante le terribili vicende di cui è stato testimone, permane un senso di grande serenità e di armonia con la natura circostante. Si può dire che l’obiettivo di Wright di costruire una casa ed uno studio dove poter progettare con i suoi collaboratori in sintonia con i luoghi sia stato perfettamente raggiunto. Di ritorno dall’America, Mauro e Roberta - con la preziosa collaborazione di Margo Stipe, responsabile degli archivi della Frank Lloyd Wright Foundation di Scottsdale in Arizona e di Anthony Alofsin storico dell’architettura e uno dei principali studiosi di Wright – hanno perfezionato il progetto iniziale della mostra e realizzato il catalogo.
E nella conferenza proposta nella nostra serata l’architetto Roberta Bencini Pierattelli si è assunta, riuscendoci, il complesso compito di una sintesi tra i molteplici aspetti dell’esperienza professionale di Frank Lloyd Wright focalizzando l’attenzione sulla prima parte della sua vita professionale (quello delle 1910 . In quel anno il maestro arriva in Italia e soggiorna prima a Firenze e poi a Fiesole. Nonostante il breve soggiorno ma grazie ad una acquisita fama mondiale ha influenzato architetti dello spessore di Rolando Pagnini, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli, Franco Bonaiuti e Giovanni Michelucci che hanno rappresentato, anche se con approccio mediato dall’ambiente fiorentino e con diverse sensibilità, i più importanti propagatori in terra toscana delle sue “utopie”. Con oltre 300 realizzazioni il “padre dell’ architettura organica” , ha operato una profonda trasformazione del modo di “pensare l’architettura “ . Divulgato in Italia a partire dal 1910 , grazie a mostre e pubblicazioni , questo diventa , dall’inizio degli anni cinquanta , il “temine di paragone” per le esperienze di tutti gli architetti contemporanei.