Il richiamo all'originaria etica rotariana è stato il centro della dotta esposizione del nostro past-president Riccardo Gionata Gheri Partendo da una ampia panoramica di casi concreti messi in risalto dalla cronaca quotidiana (tra i più noti il caso Englaro, la gravidanza della cantante Gianna Nannini)
Il relatore ci ha condotto attraverso un percorso di riflessione sul concetto stesso di etica . In politica come nello sport o come nella vita quotidiana il valore di questa dottrina speculativa è fonte di molte interpretazioni e di conseguenti infinite applicazioni. Per un rotariano l'originario costituire il faro del suo vivere quotidiano. Tale precetto non può quindi essere posto in discussione sulla base di mutate condizioni sociali , culturali o ambientali ed il rotariano ,in quanto tale, deve esserne portatore sia nella vita del club che in quella di tutti i giorni. L'interesse della serata è stato accresciuto da uno stimolante dibattito tra i soci presenti .
Interventi dei soci Pistolesi, Azzaroli, Missigoi , Failla , Terdici e Rizzo hanno concluso la serata
La concretezza dell’Etica nelle vita dei Rotariani
Riccardo Gionata Gheri
Ogni giorno, tutti noi affrontiamo delle vere e proprie “prove di etica”. Le notizie di stampa ci portano in casa temi etici diversi e tutti importanti. Il problema dell’etica della vita (la gravidanza a 54 anni della cantante Nannini, veramente inusuale e gravata da tante domande profonde affrontate probabilmente solo con la forza del denaro), dell’etica della morte e della assistenza medica di fine vita (il caso “Eluana”), il problema dell’etica nell’industria e nel modo finanziario (il caso “Parmalat”; la enorme regalia economica fatta al dimissionario banchiere di Unicredit, Profumo), la legittimazione statale di un vero e proprio gioco d’azzardo (Enalotto) che drena alle persone 1,6 miliardi di Euro per regalarne 143 a 1 solo dei milioni dei giocatori: sono tutti temi quotidianamente importanti, ma spesso affrontati con distacco da tutti noi.
Come se la cosa non ci toccasse. La cosa invece ci tocca molto da vicino e quello che ho appena descritto è soltanto la punta di Iceberg del mondo dell’Etica, ridotto a volte a vera e propria Cenerentola segregata nella lontana stanzetta del castello o addirittura a pilastro mancante di un apparentemente ben strutturato solido edificio di vita, purtroppo oggi divenuto pericolante. Iniziamo intanto a riportare (da Wikipedia) le definizioni di Etica, Morale e Deontologia.
Etica (dal greco antico “èthos”, "carattere", "comportamento", "costume", "consuetudine") è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguerli in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati. La Morale (dal latino mos, moris “costume, usanza, abitudine, moda” oppure “legge, regola, norma, precetto”) rappresenta la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l'uomo agisce e diventa quindi un valore suscettibile di valutazione e di giudizio. La Deontologia (deriva dal greco "deon" che significa "dovere“) è l'insieme delle regole comportamentali; nel caso di una professione, il cosiddetto "codice etico“ si riferisce alle regole comportamentali di una determinata categoria professionale. Come si è posto nel tempo e come si pone oggi il Rotary di fronte a tali problematiche? Occorre rivedere un poco la storia del nostro Rotary. Il Rotary nato a Chicago nel 1905 viene definito (inizialmente) come un club di uomini d’affari che ha quattro scopi:
1 – subordinazione di ogni attività all’utilità sociale
2 – osservanza della più alta moralità professionale
3 – sviluppo della conoscenza reciproca per un miglior servizio sociale
4 – progresso della cultura, della comprensione, dell’armonia sociale attraverso scambi intellettuali e cognizione delle reciproche sfere di attività.
In questa primo sviluppo del Rotary manca nella definizione, a fianco degli uomini d’affari, il termine professionisti (forse per un diverso modo di definire negli USA i Professionisti) e nei quattro punti l’amicizia e l’aiuto reciproco. Negli anni fra il 1905 e il 1911 nascono negli USA tanti altri Club Rotariani basati sull’assistenza reciproca e su tanti servizi sociali. Entra così nella definizione del Rotary (1911) il termine servire (SERVICE) con le sue implicazioni e il suo significato. La definizione viene così modificata in “organizzazione di uomini d’affari e di professionisti al servizio degli altri”
Fino dalla sua fondazione Paul Harris cercò di affrontare il tema etico. Nel primo numero di “The Rotarian” (2000 copie edite per la Convention rotariana del 1911 a Portland, Oregon, USA) Paul Harris scrisse un suo vero e proprio manifesto del rotarianismo, intitolato “Rational Rotarianism” (che forse si potrebbe tradurre “il mio pensiero sul Rotary, le sue basi”) in cui afferma:
Near all the members of every Rotary club in existence would readily fall into one or another of three classes:
1. Those who believe with Mr Ethical Standard that business should have no part in the club life of Rotary.
2. Those who believe with Mr Cash Discount that business should constitute the entire club life of Rotary.
3. Those who believe with Mr Altruistic Equilibrium that life in Rotary should consist of a rational mixture of business with civic activities and good fellowship.
Anche i motti rotariani proposti in quegli anni risentono di questo pensiero un poco conflittuale. ".”He profits most who serves best “ fu il motto creato da Arthur “Fred” Sheldon durante la Convention in Portland (Oregon), 1911. Nella Stessa Convention però P. Harris invita sul palco, a parlare Frank Collins, presidente del Rotary Club di Minneapolis, che propone (suscitando un notevole entusiasmo fra i Rotariani presenti) il motto del suo club “Service, Not Self”, che diventa (con qualche modifica) nella Convention del 1950 a Detroit "Service above self“
Nel corso degli anni (1928, 1954, 1989, 1998, 2004) vengono proposti numerosi (e diversi) Codici Etici, che a volte creano situazioni di crisi con altre istituzione (1928 con la Chiesa di Roma).
In realtà il principale codice etico rotariano di cui disponiamo e che tuttora funziona in modo eccelente è la cosiddetta prova delle 4 domande; nel 1932 Herbert G. Taylor (che divenne Presidente del R.I. nel 1954-55) propose questo “test" di verifica del buon rotariano. La prova fu adottata dal R. I. nel 1943.
Le 4 domande:
… ciò che penso, dico, faccio …
1. … risponde a verità?
2. … è giusto per tutti gli interessati?
3. … creerà migliori rapporti di amicizia?
4... è vantaggioso per tutti gli interessati?
Grazie anche a questa prova semplice l’etica nella sua straordinaria complessità diventa una realtà semplice e concreta nella vita Rotariana, perché, di fatto, l’etica nasce dai Rotariani e dalle loro azioni. L’etica diviene quindi punto centrale nella vita del Rotary. Il Rotary coopta persone per fare “service”, nel senso di azione utile alla comunità. La cooptazione unisce persone (professionisti e uomini di affari) che esprimono un’eccellenza nella loro attività. Questa attività comune crea e poi aiuta a sviluppare un rapporto di amicizia fra i soci, che si esalta nell’interesse comune del “fare” per il conseguimento degli ideali rotariani. Il Rotary si muove quindi con un’Etica concreta e “attiva” (“cercare di fare agli altri quello che noi vorremmo fosse fatto a noi stessi”, cercando però anche di comprendere le esigenze e le culture degli altri, senza imposizioni). L’Etica nel Rotary significa aderire con coerenza ai suoi principi, significa seguire i regolamenti del proprio Club e condividere gli stessi fini con tutti gli altri Soci, significa comportarsi verso gli altri Soci e verso tutti in modo Rotariano e con amicizia
Riferimenti a pubblicazioni e a conferenze sul tema di
Paul Harris, Mario Virdis, Sebastiano Cocuzza, Raffaele Pallotta di Acquapendente, Gennaro Maria Cardinale, Franco Casertano, Fulvio Janovitz, Ernesto Failla, Renzo Sprugnoli, Italo Giorgio Minguzzi, Giovanni Padroni, Sante Canducci,Vinicio Ferracci.